Il Sindacato degli Anestesisti Rianimatori ribadisce la mobilitazione del 23 Febbraio salvo che al tavolo ARAN convocato per il 20 febbraio vengano proposte condizioni minime per iniziare un confronto

L’ARAN ha convocato per il 20 febbraio le OO.SS della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria per l’apertura delle trattative per il rinnovo del CCNL di categoria. La convocazione del tavolo ARAN ha determinato, da parte di alcuni sindacati, un’apertura circa la possibile revoca dello sciopero in programma il 23 febbraio. Non è dello stesso avviso l’AAROI-EMAC. Il sindacato conferma tutte le sue perplessità “per una trattativa che incredibilmente – dopo oltre otto anni di chiusura totale – andrebbe a sbloccarsi ‘casualmente’ a pochissimi giorni dal voto”.

“La convocazione ARAN era ormai nell’aria – si legge in una nota –  in un clima pre-elettorale che, fino al momento in cui le OO.SS. dei Medici Ospedalieri ed alcune degli Infermieri (grandi assenti, guarda caso, quelle Confederali del Comparto) non hanno annunciato lo sciopero del 23 Febbraio, ha visto la Sanità “argomento tabù” per tutte le Forze Politiche in corsa per il 4 Marzo”. Improvvisamente, sottolinea l’AAROI-EMAC, a seguito del malcontento montante dei professionisti sanitari, il settore è stato “messo ‘al centro’ di promesse multilaterali giocate al rialzo”.

“Ce ne rallegriamo – afferma l’Associazione – ma riteniamo evidente la strumentalizzazione politica ‘grazie’ alla quale avvengono convocazioni-lampo, prive di reali trattative”. Tali convocazioni sarebbero improntate ad un ‘prendere o lasciare’ che si connota “come l’ennesima distruzione di trattative sindacali ridotte completamente ad informazione, come denunciato anche da alcune OO. SS. Infermieristiche”.

I Medici che l’AAROI-EMAC rappresenta, Anestesisti Rianimatori in primis, non sono disposti ad accontentarsi di simili scenari.

“Anche nel caso in cui dovessimo protestare da soli, come d’altra parte, di fatto, è già accaduto in passato, per quanto ci riguarda il 23 Febbraio sarà sciopero”.  Unico spiraglio per la revoca è la proposta, il 20 febbraio, di condizioni minime per iniziare un confronto.

 

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