Da Bari parte una nuova campagna dedicata al tema della violenza contro gli operatori sanitari. “Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre”

“E poi, la vita chi te la salva?”. È la domanda che campeggia in alcuni cartelloni pubblicitari affissi da oggi nelle strade di Bari, da dove è partita la nuova campagna dedicata al tema della violenza contro gli operatori sanitari. L’iniziativa è promossa dall’Ordine dei medici del capoluogo pugliese, con il patrocinio di FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei medici). “Chi aggredisce un medico ferisce tutti noi. Chiudiamo questa ferita per sempre”, si legge nei manifesti, in cui si vedono in primo piano i volti di tre pazienti – una donna, un uomo e un ragazzo.

La ferita sociale è quella delle aggressioni, un tema – si legge in una nota – su cui l’Ordine insiste da anni e a cui il 13 settembre dedicherà l’annuale Giornata sulla violenza in onore di Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente nel 2013. Ora però il fenomeno ha assunto l’aspetto di una vera e propria emergenza: nel 2018, secondo dati Inail, sono stati 1.200 i casi di violenza ai danni di medici e personale sanitario denunciati. Di questi, 456 nel Pronto soccorso, 400 in corsia e 320 negli ambulatori. Si tratta di una media di 3 aggressioni al giorno, che rappresentano però solo la punta dell’iceberg: molti medici e infermieri non denunciano, per pudore, per vergogna, per timore di ritorsioni, perché ci si è abituati alla violenza.

Secondo un recente sondaggio ANAAO ASSOMED, il 65% dei medici dice di essere stato vittima di aggressioni, il 66,19% ha subito aggressioni verbali, il 33,81% ha subito aggressioni fisiche. La percentuale di chi è stato aggredito sale all’80% per i medici in servizio nei Pronto Soccorso e al 118. La violenza è un problema che condiziona sempre di più l’attività di medici, infermieri e operatori sanitari

“Servono misure per garantire ai cittadini il diritto alle cure e al medico il diritto di curare in sicurezza” dichiara Filippo Anelli, Presidente FNOMCeO e OMCeO Bari. “Spero che il nuovo governo – aggiunge – vari al più presto un progetto di legge, capace di prevenire le aggressioni aumentando le pene, introducendo la procedibilità d’ufficio, mettendo in sicurezza le sedi e prevedendo presidi di polizia nei pronto soccorso”.

“Serve però anche una nuova cultura, che ricostruisca il rapporto di fiducia tra medico e paziente e che valorizzi il lavoro dei medici. Per questo – sottolinea Anelli – la campagna di comunicazione dell’Ordine sottolinea come il lavoro dei medici salvi migliaia di vite. È bene che i cittadini comprendano come sono proprio gli operatori sanitari che continuano, tra mille difficoltà, a far funzionare il sistema sanitario grazie alla loro dedizione e professionalità”.

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