Il Responsabile del Sindacato per la Medicina penitenziaria rivendica, invece, l’inserimento nella bozza di ACN per la medicina generale delle tutele del posto di lavoro per i medici ex SIAS

“Siamo riusciti, nell’ultima discussione svolta alla SISAC di Roma a far inserire nella bozza di Accordo Collettivo Nazionale di medicina generale le tutele, a determinate condizioni, del posto di lavoro per i medici già titolari di incarico convenzionale presso gli istituti penitenziari (ex SIAS)”. Così Nazareno Catalano, Responsabile Nazionale del Sindacato Medici Italiani per la Medicina Penitenziaria, commenta la trattativa in corso sull’ACN di medicina generale, con riferimento al proprio settore sindacale.

La SISAC, invece, in base a quanto riferisce il rappresentante SMI, non ha voluto sentire ragioni in relazione alla possibilità di un miglioramento del trattamento economico ed ha negato qualsiasi aumento salariale ai medici impegnati nella cura e all’assistenza della popolazione detenuta nelle carceri italiane.

La Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati, nello specifico, è stata inamovibile sulla quota oraria di 22,46 euro.

“Nella trattativa, per quanto riguarda la parte normativa – prosegue Catalano – siamo riusciti ad ottenere ciò che chiedevamo, ossia il rispetto delle norme della legge 740/70 (ordinamento delle categorie di personale sanitario addetto agli istituti di prevenzione)”.

“Per i vecchi contratti con le amministrazioni penitenziarie – aggiunge ancora il Responsabile del Sindacato per la Medicina Penitenziaria – si è stabilito che proseguono fino ad esaurimento con compatibilità con le altre convenzioni. Abbiamo ottenuto che venisse inserito nelle norme finali dell’ACN l’impegno ad applicare i contratti in vigore più favorevoli economicamente. Si demanda ad accordi regionali integrativi ulteriore risorse economiche per i contratti e per il lavoro dei medici penitenziari. Continua il nostro impegno – conclude Catalano – per la tutela dei medici che operano nei penitenziari per assicurare il diritto alla salute alla popolazione detenuta”.

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