Molti i malati che non hanno accesso alle cure a causa dei costi troppo elevati dei farmaci soprattutto contro i tumori del sangue

Calmierare i costi dei nuovi farmaci contro le neoplasie è la richiesta di Gianluca Gaidano, membro del Consiglio direttivo dell’Eha, la European Hematology Association che si è riunita a Madrid per il 22esimo Congresso nazionale dal 22 al 25 giugno 2017.
In merito a questi farmaci Gaidano, inoltre  professore ordinario di ematologia all’università degli Studi del Piemonte Orientale ‘Amedeo Avogadro’ e direttore di Ematologia all’ospedale Maggiore di Novara, spiega che “sono potenziali salvavita ma l’accesso a queste terapie, complesse e costose, è precluso alla maggior parte dei pazienti del mondo. Le disuguaglianze sono grandi anche solo all’interno dell’Unione europea, con i problemi maggiori nei Paesi dell’Est e del Sud”. Gaidano parla di grosse disparità in termini di tempo e possibilità di accesso. Da un lato l’Europa del Centro-Nord, come la Germania e dall’altro Portogallo, Italia e Romania.
Il membro Eha lancia un appello a “politiche di accesso ai farmaci” e a “prezzi calmierati” ribadendo che la salute è un diritto e dunque anche le opportunità devono essere uguali per tutti.
“E’ necessario promuovere una maggiore sensibilità sul tema dell’accesso ai farmaci per tutti i pazienti che vivono un bisogno clinico”, spiega Gaidano all’AdnKronos Salute ed “è auspicabile che a livello di Ue si valutino strategie che diano pari garanzie ai malati di tutti i Paesi membri. Perché il problema è che “mentre l’Agenzia europea del farmaco Ema con un’unica approvazione autorizza l’ingresso delle nuove terapie sui mercati di tutte le nazioni dell’Unione, il resto dipende poi dalle trattative nei singoli Paesi dove i tempi si diversificano”. Questo è ciò che determina il divario di accesso.
“L’ematologia – racconta Gaidano – sta vivendo un momento speciale con tantissimi nuovi farmaci salvavita” e il progresso nella diagnosi e nel trattamemento hanno infuso grande speranza nei pazienti. Tuttavia l’esperto fa notare come i ritardi nell’accesso “riguardano anche il nostro Paese”, dove però “l’Agenzia italiana del farmaco conduce buone trattative che anche per questo risultano a volte più lunghe”. Il messaggio  ribadito tuttavia è offrire una medesima accessibilità a  tutti i malati che ne hanno bisogno.
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