Ecco arrivato il momento; sento forte il dovere di scrivere una lettera “aperta” perché è giunto il tempo che qualcuno alzi la testa e urli al mondo la propria indignazione e quella di chi, come lui, vive di passione!

Mi spinge una frase di una mia assistente, di quelle che ringrazi il cielo di avere al tuo fianco, di quelle che, come te, hanno alimentato la loro vita con il fuoco della chirurgia, di quelle che studiano sempre, di quelle che amano i loro pazienti, li supportano e li accompagnano, una dottoressa che gratifica e interroga il “tuo ruolo di primario” semplicemente osservandola. Lei mi ha detto: «è giunto il momento in cui debbo riflettere se sia ancora tempo di fare questo lavoro».

Uscivo dal mio studio dopo 10 ore ininterrotte di sala operatoria e ho sentito i brividi corrermi sulla schiena e, mentre la mia macchina trascinava verso casa il mio stanco corpo, la mente ritornava continuamente a quelle parole pronunciate dopo l’ennesima richiesta di risarcimento e conseguente causa (ingiusta) contro un altro componente del reparto.

Allora ho deciso di fare qualcosa e poiché poche sono le cose che so fare bene nella mia vita e si contano su una mano e tra queste credo esserci la scrittura, ho scelto di scrivere questa lettera. Credo che ciascuno che la leggerà, sia un politico, un giornalista, un cittadino si dovrà necessariamente interrogare (ma ancora una volta sono certo di illudermi) su quanto essa contiene.

Inizierò con la constatazione che i chirurghi italiani sono tra i migliori, se non i migliori al mondo; osservando infatti i congressi internazionali sempre più in “live surgery” cioè con chirurgia in diretta si evince chiaramente come la mia affermazione sia vera e priva di dubbi. Il chirurgo italiano ovunque si trovi ad operare dimostra SEMPRE non solo una competenza tecnica paragonabile allo “straniero” ma possiede SEMPRE quella meravigliosa vena di soggettività e di genialità tipica del nostro popolo che gli permette di realizzare capolavori chirurgici laddove gli altri eseguono solo compiti tecnici ripetuti e meccanici.  Il chirurgo italiano è conosciuto e stimato nel mondo molto più di quanto lo siano altre categorie professionali e gli viene universalmente riconosciuto il carisma del “caposcuola”, di chi cioè indica una strada da percorrere.

Purtroppo nel nostro paese si crede ancora che l’America, gli States rappresentino la frontiera del meglio mentre nulla è più falso nel campo chirurgico.  Ma, come dicevo all’inizio di questa mia lettera è giunto il momento che qualcuno alzi la voce: i chirurghi italiano sono stanchi di essere perseguitati (la parola rende perfettamente ciò che proviamo ogni giorno) da richieste di risarcimento e cause che nella quasi totalità delle volte si rivelano ingiuste e inique.

Nessuno può comprendere cosa si provi nel ricevere una richiesta di risarcimento o un avviso di garanzia laddove ritieni di aver agito con correttezza professionale e secondo buona pratica medica. Mi si obietterà: ma molte volte è il chirurgo a credere di essere nella ragione quando invece egli ha causato un danno! E ancora: quanti errori medici e chirurgici!

Ebbene, essendo una lettera aperta appare giusto rispondere a tono: avete mai provato a correre di notte su una macchina lanciata senza pensare al tuo pericolo personale, ma solo a giungere il più in fretta possibile perché sei chiamato in sala operatoria per un’urgenza che senza te non avrebbe scampo? E quando giungi alla sala operatoria che consideri casa tua (non è forse il luogo dove si trascorre più ore quello che consideri casa?) e osservi i volti degli operatori che aspettano solamente te? Provate, voi che state leggendo, ad immaginare se il chirurgo dovesse pensare alle linee guida, alla buona pratica medica, a tutto ciò che l’avvocato o il medico legale o il pm gli chiederà se eseguirà una tecnica invece che un’altra?

Vorrei che provaste ad immaginare se su quel letto operatorio ci fosse vostro figlio e quel chirurgo avesse ricevuto la mattina stessa un avviso di garanzia! Vorrei che lo immaginaste per un’istante! Ma non preoccupatevi e non abbiate timore, quel chirurgo opererà secondo la propria esperienza, secondo la propria moralità, conoscendo perfettamente le linee guida, ma correlandole al caso e al paziente e non ascolterà MAI la vocina che dentro sussurra “aspetta…lascia perdere… se procedi in tal senso sei contro le linee guida…. potresti avere un avviso di garanzia!”, non l’ascolterà MAI, ma proseguirà osservando le linee guida correlate al caso e non perdendo mai di vista l’obiettivo di salvare il proprio paziente che è lo scopo che rende importante e degna la sua vita, la passione che lo divora fin dai tempi del liceo e dell’Università.

E pensando a me, seguendo i miei sogni e lottando contro le ingiustizie e l’immoralità, sono riuscito a realizzare parte del mio progetto, sono divenuto Direttore di Dipartimento, ho un team eccezionale e avrei tranquillamente potuto tacere e dedicare questo tempo futuro all’altra grande passione….avrei potuto realizzare la salita delle seven summits considerato il mio curriculum alpinistico. O forse avrei potuto andare ad operare negli Emirati Arabi o in Qatar dove i chirurghi italiano sono molto considerati anche economicamente!

Ed invece ho deciso, finchè il mio tempo non sarà scaduto, è necessario combattere e lottare. I giovani chirurghi italiani stanno decidendo di mollare, le scuole di chirurgia vanno deserte e soprattutto voi che “contate” state uccidendo la passione che muove i cuori dei giovani. Una giurisprudenza cieca e volgare permette la denuncia penale per i chirurghi (solo in Italia, Messico e Polonia…vergogna!) e la barbaria delle richieste di risarcimento prive di fondamento ma cariche di “voglia di denaro”, riempie ogni giorno le nostre corsie.

Osservo i volti dei miei assistenti ed aiuti: cosa ne sarà della loro passione, dei loro desideri, del loro impegno? Cosa ne sarà di quel ragazzo (e potrebbe essere vostro figlio) che stanotte avrà un incidente in moto e potrebbe non trovare più la stessa passione, lo stesso impegno, lo stesso desiderio di aiutarlo. Cosa ne sarà di quella mamma che stanotte o domenica o a Natale o a Pasqua (già perché i chirurghi lavorano sempre!) arriverà occlusa e potrebbe trovare un chirurgo che legga le linee guida (e osservandole si fermi e magari non attui TUTTO ciò che sarebbe certamente possibile ma magari contrario alle famose linee guida?) prima di operarla?

Che tristezza infinita osservare il volto del mio aiuto che geneticamente è quello che si definisce un fuoriclasse, quello che tra pochi anni sarebbe tra i migliori non solo in Italia e che ha nelle tasche e nel cuore almeno due denunce?  Lo osservo ogni giorno, sempre mi ci rivedo, e scopro che il fuoco della chirurgia riempie ancora la sua vita nonostante tutto. Lo osservo e so che, anche per lui, anche per tutti i giovani chirurghi devo lottare e lotterò.

Non importa se mettendoci la faccia essa verrà infangata come spesso succede in questo Paese che amo ma che non tutela le proprie eccellenze, non importa se mettendoci la faccia molti vi sputeranno sopra…..importa osservare il futuro delle generazioni che verranno…importa sapere che le mie figlie avranno un giorno, se fosse necessario, chirurghi con il cuore simile al loro padre, senza linee guida imposte e mandatarie di assolute certezze, senza il rischio di denunce che impediscano loro di operare sereni, senza magistrati che si lamentino quando richiesti di responsabilità civile ma che addentano i chirurghi senza ricordarsi ciò che essi dicono di loro stessi” con la responsabilità civile non siamo più sereni nel giudicare!” …scusate ma la loro frase non vale forse anche per i chirurghi!

Penso ai miliardi spesi in medicina difensiva spesso inutile e dannosa per la necessità di dover tutelare qualcosa che non deve essere tutelato: il dono di operare e le tue mani che collegate al tuo cervello e al tuo cuore cercano sempre la vita! Chiudo allora con una frase di Luciano Violante che riferendosi alla responsabilità civile dei magistrati (badate solo civile mentre per il chirurgo vale il penale!) afferma: «Servirebbe una norma che punisca l’azione temeraria di chi ricorre ingiustificatamente contro un giudice!» è esattamente ciò che chiedono i chirurghi e lo chiedono a gran voce.

Una norma che tuteli il chirurgo contro chi abusa del proprio diritto di rivalsa, una norma che garantisca la vera giustizia, una norma che riporti la classe chirurgica al valore che gli compete, una norma che permetta al cittadino che si sente danneggiato dal chirurgo di essere tutelato ma senza offenderne ingiustamente la dignità e l’umanità. Non chiediamo molto, chiediamo solamente un nuovo e diverso futuro per i nostri pazienti e per i giovani chirurghi che desiderano far propria la professione più bella del mondo!

Dott. Prof. Marco A. Zappa

Professore a Contratto Università Studi di Milano

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21 Commenti

  1. Gentile Professore, quanta emozione nel leggere la Sua lettera!
    Le Sue parole sono reale specchio delle emozioni che, da avvocato, riscontro nei miei clienti (medici e strutture).
    Contrariamente a quanto la moltitudine pensa, ed a quanto a volte traspare da pareri e articoli scritti da medici evidentemente esasperati, il medico non è in cerca di immunità, ma di serenità.
    La serenità di poter svolgere il proprio lavoro in scienza e coscienza, la serenità di poter dare il proprio meglio affrontando le emergenze e le svolte inattese secondo la propria personale esperienza, la serenità di poter salvare vite facendo tutto quello che è necessario rispetto al caso concreto, la serenità che, anche quando una vita non la si riesce a salvare, ti porta a rattristarti, immalinconirti, piangere (capita a molti medici), ma mai ad aver paura di riprovarci altre mille volte.
    Da operatore istituzionale all’interno della patologia dei rapporti medico-paziente, assisto ad un progressivo inasprirsi delle rispettive posizioni, quasi come se i medici stiano per cedere ai tranelli che, chi ha nel lucro il proprio fine, stia tessendo e preparando con le armi dello sfinimento e del depauperamento di patrimonio ed energie psichiche.
    Le Sue parole riportano equilibrio, offrono una visione di reale di ciò che il medico, e nella specie il chirurgo è o dovrebbe essere.
    Peraltro non v’è traccia di autotutela forzata. Se si sbaglia se ne risponde… ma solo e soltanto se si sbaglia. Oggi invece, nel penale capita sovente, il medico viene posto davanti ad un plotone di esecuzione a priori in attesa che qualcuno di l’ordine di far fuoco.
    Ma se è giusto che chi sbaglia paghi, tale principio deve essere universale! Che paghino i consulenti che scrivono relazioni di parte fantasiose pur di sostenere una accusa, che paghino i CTU che si gettano in ogni incarico anche senza possedere i mezzi per affrontarlo, che paghino i pazienti quanto diventa palese che il motivo per il quale hanno agito non è un moto d’animo sano di tutela di un diritto che si presume violato, ma un moto venale finalizzato all’incasso.
    Ormai, nel nostro paese, vale il principio seguente: “fai causa al medico perchè, torto o ragione, qualcosa (in denaro) la prendi sempre! Occorre invertire questa certezza che anima i delatori della classe medica.
    Io mi batto contro questo stato di cose e sono certo che ancora tanto c’è da fare e che, del pari, tanto farò e faremo.
    Lieto di averLa letta, La saluto cordialmente.
    Avv. Gianluca Mari

  2. Sono un paziente che tante volte sono stato operato per diversi problemi. Non ho mai riscontrato interventi di varie serie, (calcisticamente parlando) fatti da medici chirurghi Non è stato sempre lo stesso medico. Eppure debbo confermare che ho avuto sempre fiducia in essi, i quali, con amore, sapienza e con proprio staff, si sono sempre prodigati al massimo per salvare tante persone con ottimi risultati.

  3. Caro Professor Zappa,
    Prima di tutto vorrei complimentammo con Lei per le sue imprese alpinistiche. Non sono però d’accordo su alcuni punti della sua riflessione. E’ difficile stilare classifiche su quale paese ha i chirurghi migliori. Certamente in Italia ci sono chirurghi in gamba e non tutti i chirurghi americani sono dei fenomeni! Parlo per esperienza diretta avendo fatto la specialità in chirurgia sia in Italia che negli USA e aver lavorato da strutturato e da attending sia in Italia che in USA. Come Lei potrà immaginare ora lavoro negli USA come la quasi totalità dei chirurghi italiani che sono board certified dall’american board of surgery. Il problema noto a tutti è il training dei giovani chirurghi che è drammaticamente scadente nel nostro paese. Il neospecialista italiano non è assolutamente in grado di affrontare problemi seri in maniera indipendente, ora con la limitazione a 48 ore a settimana le cose andranno ancora peggio. Ma fino ad oggi la responsabilità di tale tipo di training è tutta dei professori nelle scuole di specialità in Italia. Io in cinque anni operai 9 pazienti come primo operatore (anni 90). Sono partito per gli USA e li sempre in 5 anni ho effettuato circe 1600 interventi da primo includendo whipple, resezioni epatiche maggiori, esofagectomie, AAA etc. Ho avuto la fortuna di lavorare senza limiti di orario settimanale (fino a 130 / settimana nella SICU). Ora da quando il training è limitato a sole 80 ore i chirurghi americani più giovani hanno i loro problemi ad affrontare casi complessi in maniera indipendente. Il mio training è continuato con 2 anni di trapianti di fegato ed intestino a Miami. È proprio questo training rigoroso, tra l’altro effettuato in giovane età (perciò fisicamente sopportabile) che mi permette ad oggi di lavorare “serenamente”. Come Lei ben sa anche se non si venisse mai denunciati operare fuori dalla “comfort zone” è estremamente stressante. La soluzione non è nel cambiare le leggi sul l’orario di lavoro e del codice civile o penale. Ma far si che durante gli anni della specialità chi sa operare si metta da l’altra parte del tavolo ad insegnare sul serio. Attività tra l’altro piacevole e stimolante che io faccio giornalmente con i miei giovani resident. Aloha da Honolulu, Isole Hawaii. Cordialmente. Gregorio Maldini
    PS io soffro di vertigini per cui mi dedico al surf e al triathlon ironman distance

    • Caro Gregorio anche il suo punto di vista è assolutamente rispettabile e convincente oltre che veritiero e è assolutamente in linea con quanto da me scritto nelle pagine di questo quotidiano: “meglio pochi chirurghi bravi che tanti impreparati”. Certo che sarebbe meglio tanti chirurghi tutti bravi, ma a quanto pare in Italia manca la voglia di informare perché i “maestri” pensano che non sia conveniente!
      Sono assolutamente contento del suo intervento e mi pregio di invitarla a iscriversi gratuitamente al comitato scientifico dell’ “Accademia della Medicina Legale”.
      Un caro saluto a te e al collega Zappa di cui condivido tanti pensieri espressi.

    • Caro Gregorio
      prima di tutto diamoci del tu essendo colleghi e condividendo quello che considero il lavoro più bello al mondo!
      e ora dopo il ringraziamento per la tua lettera veniamo alla risposta che certamente ti devo. Sono concorde con te che sia estremamente difficile fare statistiche sulla bravura chirurgica, ma il mio intento non era dimostrare la superiorità italiana (poi però approfondisco questo tema) ma sottolineare il malcostume italico nel sentirsi sempre inferiori agli altri, mentre , come ho scritto, sono assolutamente convinto (e vedo che tu approvi) che ci siano chirurghi eccezionali ovunque nel mondo ma ANCHE in Italia. Dicevo che volevo sottolineare questo dato…caro Gregorio complimenti vivissimi per la tua casistica di altissima chirurgia; da parte mia tuttavia devo dirti che la mia casistica laparoscopica avanzata non credo abbia molti “rivali” negli States (esofagectomia laparoscopiche e toracoscopiche con anastomosi intratoracica in laparoscopia, Tamis, resezioni epatiche vls, gastrectomie D3 vls etc ) ma ripeto lontano da me fare classifiche.
      Tu dici che il punto è la scuola di specialità e che hai operato 9 pazienti e i tuoi 5 anni di specialità…oltre il doppio del sottoscritto negli stessi anni! e quindi trovi qualcuno che ha vissuto la tua stessa esperienza, qualcuno che non è figlio d’arte ma di commerciante e che ha letteralmente “rubato” il mestiere e l’arte osservando e imparando …forse caro amico il problema non sono le scuole di specialità ma chi insegna in esse! da parte mia ho 3 specializzandi al momento a Erba ……e uno verrà a Los Angeles a fare ricerca!!!! perchè , mi dice, è assai gratificato chirurgicamente da ciò che vede e fa con me…..chi è al primo anno ha già operato casi che io da doppio specialista non avevo fatto! come vedi….è il cuore che muove il cammino degli uomini, non sono i paesi ! e poi, amico caro…..vogliamo parlare un secondo del tuo stipendio e confrontarlo col mio? o di quello di uno dei tuoi resident e confrontarlo con l’analogo italiano? e si perchè se parliamo di cause dobbiamo parlare anche di vil denaro che serve a essere sorretti….se parliamo di casistica dobbiamo parlare di vil denaro ……o sbaglio forse?
      infine…….una considerazione simpatica……ma uno che fa surf e triathlon alle Hawaii non può parlare!!!!! dai
      …che invidia!!!! non hai idea come mi manchino le mie montagne….la sud ovest dell’Alpamayo e il Mc Kinley , l’Aconcagua…la est dell’Everest, il Kenia e il Kili……ma ho ancora le mie dolomiti e il Rosa e il Bianco….non male davvero
      se vengo alle Hawaii andiamo in bici insieme prometti? mandami tua e mail
      un abbraccio
      Marco

  4. Paziente di 25 anni operato per E inguinale sinistra e legatura vene spermatiche sx ( il chirurgo GENERALE non si pone il problema di fare/chiedere uno spermiogramma prima di legare le vv).Si complica dopo 4 ore in ematoma scrotale 15×10 cm che si riassorbe in 4/5 mesi. ”L’ematoma non si tocca..vedrai che si riassorbirà da solo e poi la rete dell’ernia può infettarsi se evaquiamo l’ematoma con un ingresso transcrotale”.Ai doppler successivi di controllo testicolo sinistro sempre vascolarizzato.Dopo un anno spermiogramma al di sopra dei limiti della norma.
    A 28 anni lo stesso ragazzo autopalpazione testicolo destro scopre nodulo, bHcg a 20000 e orchifunicolectomia Destra!!: seminoma con cellule citotrofoblastiche, tac negativa e Si guadagna una t adiuvante quindi prova a donare alla sperm bank: peccato…azoospermia!
    Fa la micro tese e il chirurgo riscontra tralci fibrotici peri testicolare..non si riconosce il deferente. Isolate 13 paillettes di s. con alterazioni morfologiche tipo Chernobyl. Quindi fivet o icsi con 30% di possibilità (+ danno alla compagna per le terapia orm +costi costi costi)
    Quel ragazzo ora si sta specilizzando in una chirurgica.
    Se fosse solo paziente quel ragazzo distruggerebbe quel chirugo.

  5. Gentile Prof. Zappa sono pienamente d’accordo con lei ma sappia che questo non accade solo alla sua categoria ma anche ad altre. Sono una docente, per fortuna ora in pensione, e le assicuro che la vita a scuola è pure difficile. Se dici una parola sbagliata i genitori ti denunciano, se togli un cellulare ad alunno i genitori ti denunciano , se li sgridi ti denunciano per stalking….e potrei continuare . Ho sempre ammirato il vostro sacrificio e pensato allo stress a cui sono sottoposti i chirurghi ma credo che la nostra società avvezza ormai al sensazionalismo, a causa dei media, non metta in evidenza le vite salvate ma gli errori (?) che nella casistica generale non sono nulla rispetto ai successi. Cosa posso dirle?Difficile ormai cambiare la mentalità della gente, allora solo grazie grazie grazie per il lavoro che svolge. Alla sua assistente dica di non mollare , ci sono tante persone come me che non finiranno mai di apprezzare il vostro lavoro.

  6. Carissimo collega Zappa,
    Carissimo Marco
    Reduce da cinque ore di intervento su una paziente in cui non ho voluto seguire le linee guida ( che non avrebbero risolto il grave problema della paziente), ma ho voluto seguire le inestimabili linee del “secondo scienza e coscienza ( che però hanno risolto la patologia della paziente), la tua lettera aperta rafforza ulteriormente la mia convinzione che è giusto pretendere che ci si lasci curare i pazienti in estrema serenità.
    Niente si può aggiungere ai tuoi sinceri e bellissimi pensieri
    Raffaele Sechi
    Chirurgo Oncologo

  7. Un paziente , prima di operarsi, ebbe in dono un anello magico :avrebbe potuto vedere i pazienti ” morti” dopo intervento chirurgico.In questo lungo corridoio , cominció dalla porta di famoso chirurgo: una lunga fila di morti. A scendere davanti ogni porta il numero dei morti scendeva. Finalmente si fermò davanti alla porta senza nessun morto davanti. Bussò, entrò e disse al chirurgo: ” voglio essere operato da lei ” . Bene , rispose il chirurgo, venga , lei è il mio PRIMO PAZIENTE !

    • un paziente, prima di operarsi, ebbe in dono un anello magico : avrebbe potuto vedere quante cause ingiuste e scorrette aveva ogni chirurgo e quanto questo incideva sul suo operato. In questo lungo corridoio cominciò dalla porta di un famoso chirurgo (lo stesso che aveva iniziato a lavorare in ospedale a 21 anni (al III anno di medicina) , ad alzarsi alle 5 e a tornare a casa alle 22, lo stesso che aveva lottato per imparare ponendosi sempre in sala operatoria per ogni intervento condotto da altri fosse Natale, Pasqua , ultimo dell’anno , lo stesso che aveva posto la sua vita al servizio dei suoi pazienti: una lunga fila di cause ingiuste e un “cuore” sovvertito. A scendere davanti ad ogni porta il numero delle cause scendeva così come la “fama” e la dedizione dei chirurghi. Finalmente si fermò davanti alla porta senza nessuna causa davanti. Bussò , entrò e disse al chirurgo: “voglio essere operato da lei” e quello rispose…prima sentiamo la sua storia devo riflettere poichè finora non ho operato nessuno perchè o troppo difficoltosi e mi avrebbero potuto far causa, o d’urgenza e ho preso decisioni molto semplici senza alcun rischio e tralasciando spesso la soluzione del problema perchè mi avrebbe potuto determinare complicazioni, o perchè era festa e ho deciso di andare in montagna , o perchè era notte e non mi faccio mica mettere di guardia di notte (ho l’esenzione!) ………..

    • ps alla storiella precedente: l’anello avrebbe permesso di vedere anche a quante persone il famoso chirurgo via via a scendere aveva salvato la vita e ridato il sorriso!!!!!

  8. Egregio Dottor Zappa, ho letto con attenzione la sua lettera e ho percepito tutta l’amarezza in essa contenuta. Io personalmente ammiro e apprezzo la dedizione, che medici come lei e come parecchi suoi colleghi mettete, nella missione che avete scelto come lavoro, qualche remora su alcuni medici ce l’avrei, per alcuni episodi vissuti in prima persona, altri da familiari, ed altri ancora da persone che conosco. Questo capita, quando ancuni medici (pochi per fortuna), mettono da parte il rapporto umano con i pazienti e si sentono infallibili. Mi creda…. Mi ha colpito tanto il suo accorato sfogo, e ha la mia incondizionata comprensione, mi creda anche però… che un po’ meno di freddezza e un po’ più di umanità verso il paziente, che a volte non comprende bene cosa gli sta capitando, fa la differenza e aiuta il paziente nel percorso della sua fragilità o malattia. Augurandole tanta serenità per il suo lavoro e che le rimanga sempre la stessa passione per la missione, le dico: “Buon lavoro”. Cordiali saluti

  9. Io non sono che un semplice paziente, ma vi dico con tutta franchezza che avendo avuto bisogno di cure mi sono trovato bene nei nostri ospedali? Purtroppo condivido il pensiero che vi sono troppe persone che cercano i soldi anche in queste situazioni non pensando che anche il miglior chirurgo non è un “padreterno” e se è arrivata la tua ora devi partire. Finiamola di richiedere processi

  10. Ch.mo professor Zappa,
    Lei ha ragione a scrivere, è necessario farlo quando solo parole e gesti non destano più l’attenzione dovuta da parte nostra  nei confronti di uomini e donne la cui umanità verso il prossimo va oltre la linea dell’orizzonte. In Italia abbiamo medici eccezionali, soprattutto quelli che qui restano o che ritornano.
    Se il medico, conosciuta la ‘clinica’ sceglie la ‘chirurgia’ credo ci sia in lui sia la passione, sia la determinazione a volersi assumere la responsabilità diretta e completa della cura della persona/del paziente.
    Se proviamo a paragonare questa professione ad altra parimenti autorevole e con implicita responsabilità civile e penale dell’altro, abbiamo difficoltà a far confronti.
    Sono ammnistrativa da 30 anni in un noto ospedale romano dove in passato ho affrontato diversi interventi chirurgici ma sempre in anestesia totale. Ho visto crescere da dentro questo ospedale e conquistare ogni traguardo. Ho visto molti studenti laurearsi in medicina e chirurgia e poi specializzarsi.
    Non mi era mai capitato (ovviamente)  di  assistere ad un intervento chirurgico, poi, e in soli tre mesi, ne ho fatti due di chirugia della mano in anestesia locale. Ho visto quindi cosa accade in sala operatoria.
    Dopo 30 anni mi sono accorta che esistono individui eccezionali davvero, uomini e donne: chirurghi e anestesisti, infermieri di sala e ferristi: Coraggio, Umanità, Competenza, velocita di azione, comprensione. Come può essere che esiste tutto ciò in ciascuno di loro. Eppoi, tutti insieme per il paziente. mi hanno trasmesso molta serenità. Erano le sei di sera e loro erano in sala dal mattino. Non ero l’ultima paziente, certamente un intervento più  semplice di altri.
    Dico anche a Lei ciò che ho scritto al mio chirurgo, giovane mi dicono i miei colleghi in amministrazione, mentre io credevo quasi  coetaneo per il rigore e per i suoi capelli dall’aspetto non piu giovane, e capisco il perché : grazie per il Coraggio, la Competenza, il Rigore, la velocità e la capacità di relazione col paziente. 
    Ho atteso fuori dal blocco operatorio per ringraziarlo. Ho poi saputo che era andato a casa alle 23,00.
    Lui certamente ha una nuova preoccupazione da affrontare, io ho risolto i miei problemi alle mani e ora sorrido grazie a lui.

  11. Finiamola con questa medicina difensiva…mettiamo cineprese negli ospedali, sale parto e operatorie .. così siamo tutelati noi sia come medici che come pazienti. Le linee guida e la Best practice devono essere rispettate … non siamo dei che non devono essere giudicati .. anzi.. di errori per negligenza imperizia e imprudenza negli ospedali ve ne sono tanti. Ebbene il danneggiato farebbe volentieri a meno dei danni a lui provocati e sono convinto che scambierebbe la sua vita da invalido o danneggiato con le nostre preoccupazioni e vita. Smettiamo di sentirci degli dei e considerare i pazienti come minus. Iniziamo a rilasciare documentazioni cliniche serie …. dove si capisce cosa è successo. E se arriviamo a dire che è colpa di altri e ci sentiamo maltrattati e non capiti.. prego si cambi mestiere .. tra i 50000 rimasti fuori da medicina forse chi vuole farlo con passione ce ne sarà qualcuno…. chiediamo poi visto che è la miglior chirurgia come sono le scuole di specializzazione e cosa gli si insegna… sono un medico anch’io e non sono d’accordo ..basta subire danni da colleghi incompetenti che non rispettano linee guida e Best practice per capire che non siamo tutti santi con vocazione.

  12. non siamo dei che non devono essere giudicati…….perfettamente d’accordo. Vale perTUTTI cpr i magistrati e i giudici o no? prego si cambi mestiere lo dice a qualcun altro…..oppure venga volentieri Lei a fare il mio visto che è medico (specialità please)….gli lascio volentieri il mio posto…si accomodi MA ne abbia il coraggio
    riguardo alla passione …La prego di non permettersi MAI di mettere in dubbio la mia passione e la sfido a venire a trovarmi ma soprattutto la sfido a vivere una settimana accanto ad un chirurgo…se Lei regge fisicamente poi ne parliamo…io reggo psicologicamnete e fisicamente …per PASSSIONE..DEDIZIONE E AMORE verso i miei pazienti!
    Dimenticavo…io pur essendo nato il 25 Dicembre non mi sono Mai sentito Dio, non sono figlio di medico (lei?) e tutto ciò che sono riuscito a realizzare l’ho fatto con le mie forze spinto da quella cosa che Lei mette in discussione…la passione!
    ps….spero e prego davvero per Lei che non abbia MAI a che fare con qlc che segua in modo ossessivo le linee guida in una urgenza chirurgica ….lo spero per Lei
    detto questo non replicherò più….io vado ad operare (mai smesso da stamani …) …Lei magari scriverà una replica davanti al televisore!
    buona serata collega!

    • Egregio Collega, purtroppo io non posso svolgere più questa professione perchè proprio chi non ha seguito linee guida e best pratice mi ha rovinato … rendendomi invalida, annientandomi e dandomi un termine … facendomi cambiare mestiere, anzi attendere il tempo in cui forse, e spero per lei il più tardi possibile, ci rivedremo non in questo mondo. Mi sarei accomodata volentieri al suo posto, frequentando molti chirurghi, visto che la mia specialità è alla base delle vostre decisioni se intervenire e come interventire. Farei volentieri a cambio con la sua vita ma lei farebbe a cambio con la mia a termine … sapendo cosa l’aspetta?

  13. Inoltre, egregio Prof. , a completamento del post scritto prima, non mi sembra che nel mio commento io abbia fatto riferimento a Lei quando parlavo di sentirsi “maltrattati e non capiti o di cambiare mestiere o della passione” tanto è che ho detto alla fine che “non siamo tutti santi con vocazione”. Mi sembrava chiaro che fosse il mio un commento sul mio vissuto e mai ho fatto riferimento al suo vissuto quindi non capisco la sua presa di posizione nel non accettare un pensiero che possa essere diversa. Non ho mai messo in dubbio la sua professionalità e passione, di cui ho avuto anche conferme dirette. E la replica purtroppo non la sto scrivendo davanti alla televisione anche se sarebbe bello .. ma come le ho detto ciò non mi è possibile perchè proprio quelli che ritenevo colleghi con la loro presunzione nel non rispettare le linee guida e la best practice hanno fatto si che io non potessi scalare montagne, fare surf o qule minimo di vita sociale e sportiva che facevo in precedenza … ma solo attendere .. Cordiali Saluti

  14. Egregi colleghi, avete tutti molta più esperienza di me, che sono un semplice neolaureato in medicina che aspetta di abilitarsi a febbraio e che sogna di poter diventare un ortopedico competente, ma mi sento di dover dire la mia (pensiero che molti miei coetanei condividono).
    Da luglio ad oggi ogni mattina mi sveglio pensando a cosa studiare, che argomento studiare per prepararmi al temutissimo concorso per entrare in scuola di specializzazione.
    Al momento di fare una piccola pausa gaurdo facebook, e puntualmente vedo notizie, articoli, post che parlano di:
    – 10.000 colleghi rimasti bloccati nell’imbuto formativo post-laurea
    – mancato adeguamento dei contratti per i dipendenti del SSN
    – truffe (perchè di questo si parla) di ragazzi del ’93 che entrano in specializzazione grazie ai posti riservarti SSN (perchè hanno contratti a tempo indeterminato col SSN, a 25 anni, come vi sembra possibile? – ovviamente è una domanda retorica perchè tutti lo sappiamo)
    – lettere come la sua Professor Zappa, dove si parla di medici che non riescono a lavorare sereni causa denuncia dietro l’angolo per ogni cosa (anche senza motivo)
    – specializzandi che in 5 anni fanno si e no 5 interventi da primo operatore (esperienza personale, l’ho visto frequentando per 4 anni il reparto di Ortopedia del mio corso di laurea)
    – borse di specializzazione talvolta inadeguate ad un fuorisede, perchè se è vero che nel sud con 1700Euro fai la bella vita, è pur vero che io che vorrei specializzarmi a milano (venendo proprio dal sud) mi ritroverei a pagare 700-800 euro di affitto per una camera (praticamente metà stipendio), e mio padre non è medico, anzi nemmeno lavora, quindi non potrebbe aiutarmi in nessun modo; il tutto sempre se entro
    – lettere di ragazzi come me che sono scappati all’estero
    Prima ho mentito io non studio solamente per fare il corso di specializzazione, ma sto studiando anche tedesco, perchè? Per tutti i motivi elencati sopra, ma soprattutto per uno, la FORMAZIONE!
    Magari penserete che è troppo facile abbandonare la barca mentre affonda e che sono un vigliacco, ma credetemi non è così. Non è facile pensare di dover lasciare il paese che mi ha cresciuto e formato per andare a far arricchire un paese straniero, non è facile cambiare vita totalmente, lasciare amici e familiari per cercare fortuna all’estero, anzi per cercare qualcuno che crede in te e vuole farti diventare uno specialista competente.
    Perchè di questo si parla! Quando mando curriculum in germania e mi viene detto che appena raggiungo un buon livello di lingua posso andare a svolgere un tirocinio in una ospedale, pagato e senza dovermi preoccupare di camera e corso di lingua (mi vengono pagate dall’ospedale stesso), in attesa poi di avere approvazione del titolo di laurea e infine un CONTRATTO, mi viene quasi da piangere! Piangere per due motivi:
    – Gioia perchè capisci che puoi realizzare il tuo sogno di specializzarti nella branca che desideri, e specializzarti realmente, facendo in 5 anni almeno 400 interventi da primo operatore (80 volte tanto quelli che farei in italia)
    – Rabbia, perchè capisci che il tuo paese ha sbagliato qualcosa e che non perderà solo te, ma migliaia di giovani ogni anno, impoverendosi sempre di più e invecchiando sempre di più
    Perchè nonostante tutto al tuo paese ci tieni e gli vuoi bene, ma lui ti costringe a scappare per inseguire i tuoi sogni, e poi dopo tutto, non è nemmeno detto che ritorni dopo che sei specializzato.
    Forse il mio è stato più uno sfogo che un reale commento alla sua lettera e me ne scuso, ma l’intento era quello di far capire come il problema posto da lei, sommato a tutti gli altri, non farà altro che far impoverire il nostro paese, la nostra sanità, la nostra chirurgia.
    La ringrazio comunque per la sua lettera aperta, e mi dispiace dirlo ma questa mi ha incoraggiato ancora di più a studiare di più il tedesco, perchè da ciò che vedo in questi giorni, il problema della politica non è la sanità ma il consenso elettorale, e non lo so, forse sono troppo pessimista io, ma non vedo grandi possibilità di cambiamenti nel breve periodo (che alla fine è quello che interessa me e i miei coetanei, adesso), ma spero qualcosa cambi nel lungo periodo….
    Ad maiora professore e grazie ancora per aver condiviso il suo pensiero

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