Non si placano le polemiche relative alla disputa Ema. A decidere l’assegnazione definitiva della sede dell’Agenzia europea del Farmaco potrebbe essere il sopralluogo ad Amsterdam – il prossimo 22 febbraio – della Commissione Ambiente UE.

Nuovo capitolo della disputa Ema. Nella giornata di ieri, è infatti giunto un ultimatum proprio dall’Agenzia europea del farmaco sul tema dell’assegnazione della propria sede ad Amsterdam.

Ed è quello secondo cui il trasferimento definitivo della sede debba avvenire “entro metà novembre 2019”.

Un ‘trasloco’ difficile, quello di Ema, almeno finora. E sul quale, il prossimo 22 febbraio, una delegazione della Commissione Ambiente di Strasburgo dovrà decidere.

La sede olandese sarà valida oppure no? E per Milano ci sono ancora speranze?

La disputa Ema aveva avuto inizio proprio a causa della Brexit, e per un soffio l’assegnazione della sede dell’Agenzia a Milano era sfumata.

Dopo il ricorso ufficiale presentato dall’Italia, il prossimo 22 febbraio sarà una giornata ‘chiave’ nella valutazione della decisione presa.

Il sopralluogo della Commissione Ambiente del Parlamento UE, guidata dall’italiano Giovanni La Via del Partito Popolare, sarà decisivo.

Questo dovrà verificare se la sede offerta da Amsterdam possa assicurare l’immediata continuità operativa dell’Agenzia.

Inoltre, la delegazione incontrerà sia il governo olandese che il board dell’Ema.

“Il Parlamento europeo – ha sottolineato il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani – dovrà decidere in piena autonomia e nell’interesse supremo dei cittadini europei”.

Nel frattempo, non si placano i sospetti sull’esito delle votazioni dello scorso 20 novembre. Quel giorno, dopo il terzo scrutinio, si arrivò al “lancio della monetina”. Che, come noto, decretò la vittoria di Amsterdam.

Attualmente, pare che non solo manchi il verbale delle tre votazioni necessario per la tracciabilità della decisione amministrativa, ma non si troverebbero neppure le schede utilizzate per esprimere le preferenze.

Elementi gravi, per il Governo e il Comune di Milano, che saranno certamente utili per il ricorso che verrà presentato.

Ricorso cui si è aggiunto il procedimento di Regione Lombardia. A questo, hanno aderito Camera di Commercio, Assolombarda, Confcommercio e Sistema delle Università.

Se però dal sopralluogo del 22 non dovessero arrivare buone notizie per l’Italia, non sarebbe ancora tutto perduto.

Vi sono infatti sia la richiesta di sospensiva urgente presentata dal Comune di Milano presso il Tribunale di prima istanza UE, sia il ricorso avanzato dal Governo italiano.

Ma sulla disputa Ema è intervenuta anche Mercedes Bresso, europarlamentare PD ed ex presidente della Regione Piemonte.

Quest’ultima ha presentato a nome della Commissione Affari Istituzionali un parere il cui obiettivo è contestare la procedura di assegnazione ad Amsterdam.

“Crediamo – sostiene Bresso – ci siano margini per ribaltare la decisione”.

“Milano aveva sicuramente le carte in regola per ospitare l’Ema – ha concluso l’europarlamentare – mentre Amsterdam ora ammette di non averle e l’intero iter di assegnazione ci lascia molto perplessi”.

Intanto, dall’Ema fanno sapere che, pur rispettando “la decisione intrapresa dagli Stati membri” non sia possibile “ipotizzare come sarebbero andate le cose se fosse stata scelta un’altra città”.

 

 

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