Il fenomeno del divorzio finto è in aumento e viene scelto da molti coniugi per diminuire sulla famiglia la pressione fiscale

Sono oltre 6mila i coniugi che, in Italia, scelgono il cosiddetto divorzio finto, un fenomeno in crescita costante che consentirebbe, a chi percorre questa strada, di pagare meno tasse.
Secondo Gian Ettore Gassani, avvocato e presidente dell’Ami, l’associazione dei matrimonialisti italiani, di 91mila separazioni ogni anno (dati Istat del 2015) circa 6mila e 400 ossia il 7% sono fatte per pagare meno tasse.
Secondo Gassani, si tratta di un fenomeno che andrebbe stroncato. “In questo momento – dichiara l’avvocato – mancano gli strumenti idonei a verificare se una separazione ci sia o meno. Manca la forza nei territori di controllare tutto. Molte volte è lo stesso avvocato a non sapere di stare procedendo a una separazione simulata. Non lo sa neanche il magistrato”.
I vantaggi del divorzio finto sono molti, soprattutto perché a venire meno è il cumulo giuridico dei redditi.
“Se i figli ad esempio sono collocati stabilmente presso uno dei due genitori, quasi sempre la madre, – spiega Gassani – si calcolerà ai fini del modello Isee il reddito di cui gode la stessa. Questi ragazzi che magari sono figli di imprenditori, commercianti, risulteranno comunque a carico di una madre che, di solito, non ha un grande reddito. I vantaggi saranno sulle tasse universitarie, sui ticket sanitari e altro”.
Ma non è tutto, perché nel caso in cui l’altro coniuge possieda una casa di villeggiatura, questa potrà essere trasformata come prima casa e questi non dovrà pagare le tasse in quanto tale. Insomma, i vantaggi sono moltissimi e, spesso, a usufruire del divorzio finto sono proprio quelle coppie con un reddito medio/alto.
Ma questa pratica disonesta è una peculiarità solo italiana?
Secondo Gassani, sì. “Nel nostro Paese – dichiara – abbiamo due fenomeni: quello dei separati in casa che si odiano a morte e dei finti separati che si amano alla follia. Fenomeni italiani in cui il matrimonio, più che una scelta di vita, diviene strumento per eludere il fisco, se si tratta di molti soldi che vengono meno alle casse dello Stato”.
Tra i casi più eclatanti che hanno fatto sì che venissero puntati i riflettori sul finto divorzio c’è sicuramente quello (di novembre 2011) a Marina di Grosseto, in Toscana. Qui il sindaco denunciò il fenomeno di molti finti divorziati che avevano spostato la loro residenza in quella località al fine di ottenere sgravi fiscali della prima casa. Il tutto ovviamente a discapito del Comune che iniziava a intascare sempre meno soldi. Tutto questo innescò una delle prime inchieste sul fenomento del finto divorzio.
Questi i “pro”. Ma i contro?
In caso di finto divorzio, avverte Gassani, può accadere che uno dei due coniugi voglia farla valere effettivamente e, in quel caso, è bene ricordarsi che il divorzio – sebbene “finto” – ha un’efficacia giuridica.
 
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