Regn-Eb3 e mAb114 sono i due nuovi farmaci sperimentati dall’Istituto Nazionale di Allergie e Malattie infettive degli Stati Uniti , in grado di agire contro il virus Ebola neutralizzando il suo impatto sulle cellule umane

L’ebola (Edv) è una malattia grave, spesso fatale nell’uomo. Secondo i dati trasmessi dal Ministero della Salute, il tasso medio di mortalità per EVD è di circa il 50%. Nelle epidemie passate il tasso di mortalità variava dal 25% al 90%.

I primi focolai di ebola si sono verificati in villaggi dell’Africa centrale e occidentale, vicini alla foresta pluviale, ma la più recente epidemia in Africa occidentale ha coinvolto le principali aree urbane e rurali.

Una volta che una persona sia entrata in contatto con un animale infetto da virus Ebola e abbia contratto l’infezione, questa  può diffondersi all’interno della comunità da persona a persona.

L’infezione – fa sapere il Ministero della Salute – avviene per contatto diretto (attraverso ferite della pelle o mucose) con il sangue o altri fluidi corporei o secrezioni (feci, urine, saliva, sperma) di persone infette; il virus può anche trasmettersi in caso di ferite della pelle o delle mucose di una persona sana che entra in contatto con oggetti contaminati da fluidi infetti, quali vestiti e biancheria da letto sporchi dei fluidi infetti o aghi usati.

Attualmente non esiste un vaccino autorizzato per la malattia da virus Ebola. Diversi vaccini sono in fase di sperimentazione, ma al momento nessuno è disponibile per uso clinico.

L’unica misura di prevenzione è accrescere la consapevolezza dei fattori di rischio e seguire le indicazioni diramate dal Ministero e dell’OMS.

Ma è di qualche giorno fa la notizia, pubblicata da Agi salute, di uno studio condotto dall’US National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Naid), che sembrerebbe dare una speranza sulla possibilità che ben presto l’ebola diventi una malattia curabile e prevenibile.

Il test è stato effettuato su due farmaci, battezzati con il nome di Regn-Eb3 e mAb114, che avrebbero dimostrato un tasso di sopravvivenza a dir poco eccezionale, pari al 90% dei casi.

Nella specie, – ha fatto sapere lo stesso istituto – sarebbero state testate quattro nuove terapie nella Repubblica democratica del Congo, una delle zone più colpite dal virus, con risultati a dir poco sorprendenti – come ha dichiarato il direttore dell’istituto, Anthony Fauci, che ha co-condotto la ricerca.

Si tratta tuttavia, ancora di una sperimentazione – ha dichiarato lo stesso Fauci alla tv inglese BBC – “Ora, prima di esultare, occorre vedere come reagiscono sul campo”. (…)”Si tratta [comunque] di una buona notizia perché parliamo dei primi risultati positivi ottenuti dalle terapie anti-Ebola”. Intanto, ora l’uso dei trattamenti in questione sarà ora allargato a tutti i pazienti colpiti nel paese africano.

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