L’accusa, per la guardia medica assolta, era di omicidio colposo per la morte di un uomo del quale, secondo il pm, aveva trascurato i sintomi

Per la guardia medica assolta dall’accusa di omicidio colposo era stata chiesta una condanna a un anno di reclusione, ma le porte del carcere non si sono aperte per la dottoressa, in quanto per i giudici “il fatto non sussiste”.
Così ha stabilito infatti il gup del tribunale di Aosta, Davide Paladino, che ha assolto dall’accusa di omicidio colposo una dottoressa a processo per la morte di Ivo D’Herin, comandante della stazione del Corpo forestale di Brusson, in Val d’Aosta, colpito da un infarto miocardico massivo il 19 marzo 2015.
Per la morte dell’uomo, l’avvocato generale dello Stato, Giorgio Vitari, aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione.
Ma ecco i fatti contestati. A seguito di una gita di scialpinismo, il 13 marzo 2015, Ivo D’Herin aveva accusato dei forti dolori a torace, spalle e ascelle. La sera stessa la dottoressa – che all’epoca dei fatti svolgeva l’attività di medico di continuità assistenziale di Brusson – lo aveva visitato. Secondo il pm però, ne aveva trascurato i sintomi, prescrivendo solo della tachipirina e supponendo un colpo di freddo.
Il paziente, sei giorni dopo, si sentì male e morì a Challand-Saint-Anselme, durante il trasporto in ospedale. Per l’avvocato difensore, Corrado Bellora, non vi era però la certezza che al momento della visita l’infarto – datato dall’anatomopatologo tra cinque e dieci giorni prima della morte – fosse già in corso.
Oltre a questo, l’avvocato difensore ha evidenziato che la guardia medica assolta non era – all’epoca dei fatti – un medico di Pronto soccorso, e che quindi aveva agito sulla base degli strumenti di cui era dotata, invitando comunque D’Herin a sottoporsi a visite più approfondite.
“Ritengo che sia una sentenza molto importante – ha dichiarato l’avvocato Bellora – perché ribadisce la correttezza dell’operato di questo medico e la tragica fatalità che si è verificata”, L’azienda Usl della Val d’Aosta, tramite la sua assicurazione, ha quindi risarcito i familiari di D’Herin.
 
 
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