Ludopatia causata da un farmaco per il morbo di Parkinson, anziano perde 300 mila euro in tre anni al gioco. I medici non l’avevano informato.

Il farmaco per il morbo di Parkison serviva a rallentare i sintomi della sua malattia. Ma i medici dell’Asl della Versilia, secondo la Corte d’appello di Firenze, non informarono Paolo Chisci, oggi 78 anni, degli effetti collaterali di quella medicina che prendeva e che lo portò a diventare “malato di gioco”.

300 mila euro persi a causa della ludopatia

Chisci, in tre anni, dal 2005 al 2008, ha perso trecentomila euro alle slot machine. Ora l’Asl è stata condannata con la sentenza numero 1344  della corte d’appello al risarcimento per il mancato consenso informato. La decisione apre anche le strade per un ricorso in Cassazione con la richiesta del danno patrimoniale.
Il settantottenne toscano oggi vive in una casa di riposo di Marina di Carrara. La sua storia è stata raccontata dal Tirreno. “Per tutta la vita ho giocato solo a tombola – ha detto il pensionato al quotidiano – a settant’anni è cambiato tutto, mi alzavo dal letto solo per andare a comprare i gratta e vinci, a 500 euro alla volta. E per attaccarmi alle slot machine”.
Anche per otto ore al giorno, come un turno di lavoro. Chisci è diventato malato di gioco per l’effetto collaterale del Mirapexin, il farmaco usato per combattere il Parkinson. Secondo la Corte d’appello i medici ai quali si è rivolto nel 2005 avrebbero dovuto informarlo di quegli effetti collaterali del farmaco che gli prescrissero con una ricetta medica. Tra questi c’è per l’appunto il gambling, la patologia del gioco d’azzardo compulsivo segnalata anche nel foglietto illustrativo del farmaco.

Ludopatia tra gli effetti collaterali, i medici non avevano informato il paziente

La sentenza condanna l’Asl anche risarcire le spese legali alle case farmaceutiche Boeringher e Eli Lilly: “secondo i magistrati – spiega Il Tirreno – erano i medici che avrebbero dovuto dare le informazioni al paziente”. In primo grado il tribunale di Viareggio aveva bocciato la richiesta di risarcimento, ora l’appello ha ribaltato tutto. “I soldi ora non mi servono più a niente sono vecchio e malato – spiega il settantottenne al quotidiano – Ma voglio che si sappia che quello davanti alle macchinette, quello con i pacchi di gratta e vinci, non ero io. Il gioco mi ha tolto tutto, la casa, i soldi, gli amici. Vorrei solo che la gente mi ricordasse per il Paolo che ero prima, quello della tombola a Natale”.
 
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