Aveva effettuato una tac con liquido di contrasto che gli era risultata fatale l’uomo deceduto nel 2011 durante l’esame medico. Per la sua morte un radiologo, ora assolto, era stato accusato di omicidio colposo.

Un radiologo è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo relativa al decesso di un suo paziente, morto durante una tac con liquido di contrasto il 7 ottobre del 2011.

I fatti erano avvenuti al Sant’Orsola di Bologna.

Il radiologo era accusato di aver provocato la morte di un paziente 50enne, quando questi doveva essere sottoposto ad una Tac con il mezzo di contrasto.

Ma ecco cos’era accaduto.

A.C., l’uomo morto durante una tac, era deceduto il giorno prima del suo compleanno, mentre si sottoponeva all’esame medico.

Si trattava di un controllo che faceva ogni sei mesi, dopo che, nel 2008, era stato operato nel policlinico bolognese per un aneurisma.

Il 50enne era morto per un arresto cardiaco. L’uomo, però, era allergico al liquido di contrasto e ogni volta che si sottoponeva alla tac, dopo l’intervento nel quale gli era stata applicata una protesi all’aorta, seguiva una profilassi. Una procedura seguita anche in questo caso specifico.

Prima di entrare nella sala, infatti, gli è stata fatta una flebo preparatoria. Ma è stato subito dopo essere entrato che, sdraiatosi sul lettino, ha iniziato a sentirsi male.

Ed erano stati inutili tutti i tentativi di rianimarlo.

La famiglia aveva subito sporto querela, attraverso l’avvocato Stefania Scarpati e il pm Manuela Cavallo, fino ad arrivare al processo che ha visto indagato il radiologo ora assolto.

Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato del medico, Pietro Giampaolo.

L’assoluzione, commenta il legale del medico, “dimostra la correttezza del protocollo utilizzato dal Sant’Orsola per prevenire eventuali reazioni allergiche nel corso di utilizzo del metodo di contrasto. Per l’imputato finisce un incubo paradossale di essere sotto processo per aver fatto somministrare un antiallergico ad un allergico”.

 

 

 

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