Se ne è parlato nel corso del XIV Congresso nazionale del Card in programma a Napoli
In Italia sono operative circa 800 strutture di pronto soccorso, distinte in 500 complesse e 300 di base, che ospitano, sia pur con rilevanti differenze geografiche, una media di circa 100.000 persone al giorno. Per alleggerire tali strutture, evitando situazioni di sovraffollamento e lunghe attese per i pazienti, occorre una riorganizzazione del servizio di assistenza territoriale. Questo è il tema in discussione al XIV Congresso nazionale Card – Confederazione associazioni regionali di Distretto – in corso a Napoli dal 19 maggio e che si conclude oggi.
Il 70-80% degli accessi ai pronto soccorso, ad esempio, riguarda fragilità da cronicità; Per Card, un’assistenza territoriale capillare ed efficiente consentirebbe di intercettare questi malati cronici evitando che si riversino, ormai in fase acuta, al pronto soccorso.
Dal Congresso emergono 5 obiettivi chiave. Una delle priorità riguarda la cura del territorio, dove, nella riorganizzazione delle alternative al pronto soccorso e al ricovero, un primo attore è il medico di famiglia, che va inserito in una forte rete assistenziale territoriale.
Il secondo obiettivo consiste nel rendere omogenei i mandati dei 600 distretti delle circa 200 aziende sanitarie in Italia, caratterizzati da profonde differenze tra le loro attività, sia a livello inter-regionale che intra-regionale.
La terza priorità è rappresentata invece dall’equilibrio di offerta tra cure ospedaliere, ambulatoriali, domiciliari e residenziali, superando la distinzione tra ospedale e distretto in un sistema integrato in cui tutti, ciascuno con le proprie competenze, lavorino per offrire un servizio efficiente e di qualità.
Infine, quarta e quinta priorità sono rispettivamente l’inclusione di promozione e prevenzione nella medicina di iniziativa e lo sforzo per evitare recidive e reingressi evitabili dopo la dismissione dall’ospedale.
“Con l’aumento della vita media ci si ammala e si muore soprattutto di malattie croniche – evidenzia il presidente nazionale uscente di Card, Gilberto Gentili – ma il Ssn ha finora investito le risorse più importanti nel settore ospedaliero e quindi nella gestione della fase acuta delle patologie. Per riequilibrare il sistema occorre modificare il paradigma su cui finora si è basata la medicina, e assicurare risorse per permettere alle strutture governate dai distretti territoriali una valutazione accurata dei bisogni della comunità”.