Tre medici dell’ospedale di Imola sono stati assolti con formula piena dall’accusa di omicidio colposo. Erano finiti a giudizio per la morte di una neonata, soffocata dal cordone ombelicale e deceduta appena 45 minuti dopo aver visto la luce

Assolti con formula piena perché il fatto non sussiste. E’ quanto stabilito dal Tribunale di Bologna a conclusione del procedimento che vedeva imputati  tre medici del nosocomio di Imola. I camici bianchi erano finiti a giudizio per omicidio colposo in relazione alla morte di una neonata nel luglio del 2014. La piccola, soffocata dal cordone ombelicale, era  venuta alla luce con un cesareo d’urgenza ma, a distanza di appena 45 minuti dalla nascita, era sopraggiunto il decesso.

La vicenda è riportata dal Resto del Carlino. La mamma, in preda a contrazioni, si era recata in ospedale. Inizialmente la situazione sembrava sotto controllo, ma con il trascorrere delle ore erano insorte delle complicazioni che avevano costretto il personale sanitario a optare per un cesareo. Nonostante i tentativi di rianimazione dopo l’estrazione la bimba non ce l’aveva fatta.

I genitori si erano quindi rivolti all’autorità giudiziaria con l’intento di fare piena luce sull’accaduto e verificare l’eventuale sussistenza di responsabilità mediche.

La Procura aveva aperto un fascicolo iscrivendo nel registro degli indagati i nomi di sette sanitari, tra cui due medici. Gli stessi inquirenti, tuttavia, avevano poi chiesto l’archiviazione del caso sulla base di una perizia da cui non erano emerse negligenze nell’operato dell’equipe, in particolare con riferimento allo svolgimento dei tracciati cardiotocografici.

Una seconda consulenza, disposta in sede di opposizione su richiesta dei genitori aveva invece portato il Pubblico ministero a indagare un terzo medico e a chiedere il processo per i tre camici bianchi finiti sotto inchiesta. In base ai nuovi accertamenti medico legali, infatti, la madre avrebbe dovuto essere sottoposta a un tracciato continuo già dal pomeriggio, come previsto dai protocolli regionali sulle fasi di travaglio. 

I difensori dei dottori, invece – come riporta il Resto del Carlino – hanno contestato il fatto che il travaglio non fosse iniziato e quindi non ci sarebbe stato bisogno di un monitoraggio costante. Tesi, quest’ultima, che potrebbe essere stata decisiva per la formulazione della sentenza. Le motivazioni della pronuncia sono attese entro 90 giorni.

Leggi anche:

INFARTO INTESTINALE: MEDICI ASSOLTI PER INSUSSISTENZA DEL NESSO CAUSALE

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui