Circa 8 pazienti su 10, di fronte alla possibilità di anticipare l’appuntamento per un esame medico, rifiutano: ecco la sorpresa sulle liste di attesa

Sorpresa sulle liste di attesa. Secondo il parziale bilancio del piano riduzione liste di attesa avviato dalla Regione Lazio, pare che circa l’80% (per la precisione il 78,98%) dei pazienti non colga l’occasione di anticipare il proprio esame medico, quando è possibile.
Eppure la sorpresa sulle liste di attesa sembra essere la prassi per quegli operatori delle Asl che chiamano per proporre di anticipare la data di una visita o un esame diagnostico non urgente – che risulta prenotato oltre i tempi massimi di tre mesi – e si sentono rispondere “No, grazie”.
Ma perché avviene tutto ciò?
Le spiegazioni possono essere diverse. Innanzitutto, c’è un problema che comincia a monte, cioè dalla prescrizione del medico.
È infatti risaputo il cosiddetto fenomeno della medicina difensiva.

Alla luce della facilità degli assistiti nel denunciare chi ritiene lo abbia curato male, i medici si difendono indicando sulla ricetta controlli e analisi non necessari.

Cosa accade, dunque? Che almeno il 30% degli esami medici che vengono prescritti non sarebbero appropriati. Ne consegue, pertanto, che il fiume delle richieste si ingrossa e i tempi di attesa slittano.
La maggior parte di questi, però, consistono in appuntamenti differibili. Insomma, l’affastellamento di appuntamenti per esami medici si potrebbe evitare.
Come? Se le agende dei Centri Unici Prenotazione (Cup) operassero una precisa distinzione.
Quella tra le urgenze da smaltire entro 72 ore, quelle differite (3 mesi) e i controlli programmati.
La sorpresa sulle liste di attesa frutto dei dati preliminari del piano riduzione nel Lazio sicuramente stupiscono, ma possono invitare a una riflessione sulla possibilità di ripensare l’organizzazione in tal senso.
L’auspicio, dunque, è che la giunta Zingaretti si focalizzi su questi dati. Del resto, ad aprile scorso, era stato lo stesso Presidente della Regione Lazio ad annunciare l’approvazione di un piano da 10 milioni di euro per risolvere il problema delle liste d’attesa.
 
 
 
 
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