Uno straordinario intervento destinato a fare scuola è stato effettuato all’Ospedale San Camillo Forlanini dove un fegato ricondizionato è stato trapiantato con successo.

Un trapianto di fegato ricondizionato è stato eseguito all’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma impiegando una tecnica di rigenerazione epatica mediante perfusione ipotermica.

Un risultato incredibile, anche perché è la prima volta che nel Lazio viene effettuato un intervento di questo tipo.

L’intervento di trapianto di fegato ricondizionato è stato eseguito nella notte tra il 19 e 20 marzo scorso.

A portarlo a termine con successo è stata l’equipe del reparto di Chirurgia Generale e Trapianti D’Organo del Polo ospedaliero interaziendale dei trapianti (Poit). L’equipe è diretta da Giuseppe Maria Ettorre.

Il fegato è stato prelevato dall’equipe del POIT. Successivamente, grazie a una delicatissima preparazione chirurgica dei vasi epatici, è stato inserito nella macchina di perfusione “Liver Assist”.

All’interno della macchina è stato sottoposto a perfusione ipotermica per 5 ore.

Attraverso questa straordinaria attività di ricondizionamento “ex vivo” la qualità dell’organo viene migliorata.

Non solo. La tecnica permette così di ottenere la validazione per poterlo trapiantare.

Il trapianto di fegato ricondizionato ha avuto infatti un ottimo esito con ripresa funzionale immediata dell’organo.

Secondo Giuseppe Ettorre, Direttore Centro interaziendale, questo trapianto “è frutto di un gioco di squadra”.

“Chirurghi, anestesisti, infermieri sono stati impegnati per circa 15 ore per arrivare a centrare l’obiettivo dell’organo ricondizionato”.

“Un ringraziamento particolare – ha concluso Ettorre – va al Cnt diretto da Nanni Costa e al Centro Regionale Trapianti del Lazio, diretto Maurizio Valeri che hanno contribuito alla realizzazione del trapianto”.

“Un risultato eccellente – ha dichiarato Fabrizio d’Alba, Direttore generale dell’Azienda – e non solo perché riconosce il lavoro dell’equipe del POIT che da tempo sta investendo risorse e professionalità per portare anche a Roma questa tecnologia”.

Secondo D’Alba, l’impiego di questa metodica “potrà essere d’aiuto per tutti i Centri Trapianti, permettendo di accorciare il gap, ancora troppo grande, tra pazienti in attesa di un trapianto e numero di organi disponibili”.

Per mezzo di questa tecnologia, infatti, sarà possibile in futuro poter “recuperare” degli organi, migliorarli e infine trapiantarli sui pazienti che ne hanno bisogno.

 

 

 

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