La proposta sarà presentata domani al Premier Renzi in occasione del suo intervento al Congresso dell’Associazione italiana di oncologia medica

Saranno in tutto sette – tra molecole completamente nuove e trattamenti già in uso che hanno ottenuto dall’Aifa un’estensione delle indicazioni – i farmaci anticancro che potranno essere resi subito disponibili ai pazienti grazie al Fondo di 500 milioni di euro previsto in Legge di Bilancio.

L’istituzione del Fondo avrà ripercussioni positive sulla vita di milioni di cittadini colpiti dalla malattia. Le terapie, infatti, possono allungare in maniera significativa la sopravvivenza garantendo una buona qualità di vita.

Gli oncologi italiani esprimono dunque soddisfazione per le ultime novità che riguardano i farmaci oncologici ma guardano anche oltre chiedendo un passo in avanti ulteriore e decisivo per cambiare i criteri dell’assistenza nel nostro Paese, ovvero un “Patto contro il cancro” che garantisca una strategia unitaria contro la malattia.

La proposta, che vede schierarsi in maniera compatta 3mila clinici, sarà presentata domani al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in occasione del suo intervento al XVIII Congresso nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) in programma a Roma.

“Ringraziamo il Premier e il Governo per aver istituito per la prima volta in Italia un Fondo di 500 milioni di euro destinato ai farmaci anticancro innovativi – ha spiegato ieri in apertura del Congresso il presidente nazionale Aiom, Carmine Pinto – In particolare questi 7 nuovi farmaci includono i trattamenti immuno-oncologici che rafforzano il sistema immunitario contro il cancro e le molecole ‘target’ che colpiscono precisi bersagli delle cellule tumorali. Una decisione importantissima, un primo passo nella direzione di un progetto più ampio, il ‘Patto contro il cancro’, in grado di incidere a 360 gradi sul modello di assistenza e sulla vita di milioni di pazienti”.

Il Patto consentirà di curare i malati oncologici garantendo loro le cure migliori e con un’unica regia che vada dalla ricerca, alla prevenzione primaria, alla diagnosi precoce, alla riabilitazione, fino alle fasi terminali di malattia. Senza trascurare gli aspetti legati al reinserimento sociale e lavorativo.

Nel 2016 nel nostro Paese si stima un aumento delle nuove diagnosi fra le donne (176.200) e una diminuzione fra gli uomini (189.600). “L’accelerazione dei tempi di accesso alle terapie deve rientrare in una visione più ampia e il ‘Patto contro il cancro’ potrà dar voce anche a altre richieste dei pazienti – conclude Pinto -. Il ritorno a una vita come prima implica la considerazione di molti aspetti, spesso sottovalutati. Ad esempio i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza non includono la riabilitazione oncologica. Il cancro determina bisogni riabilitativi specifici, non assimilabili alle altre malattie. Si tratta di una omissione particolarmente penalizzante per i pazienti, perché gli esiti dei trattamenti possono causare difficoltà non solo fisiche ma anche cognitive, psicologiche, nutrizionali, sessuali, sociali e lavorative. Senza la previsione specifica della riabilitazione oncologica nei LEA, le disparità territoriali nell’accesso alle prestazioni e ai servizi rischiano di aumentare”.

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