I camici bianchi erano indagati per la morte di una bimba di un anno deceduta, secondo quanto appurato, a causa di una allergia non prevedibile a un farmaco anestetico

Il Giudice per le indagini preliminari, accogliendo la richiesta formulata dalla Procura di Cremona, ha decretato ‘l’infondatezza della notizia di reato’ per quattro medici. I sanitari erano stati iscritti nel registro degli indagati per la morte di una bimba di un anno deceduta nel 2014 all’Ospedale Maggiore di Crema a causa di una allergia non prevedibile.

La piccola era giunta dalla provincia di Bergamo, accompagnata dai genitori e dalla nonna, per effettuare una gastroscopia. Il pediatra curante, al manifestarsi di alcuni problemi di alimentazione, aveva consigliato l’esame sospettando una celiachia.

L’intervento, che prevede il prelievo di campioni  dalla parete dello stomaco, per i bambini, viene svolto in sedazione totale. Lo prevedono i protocolli. Ma in questo caso l’anestesia si rivelò fatale.

Subito dopo l’iniezione la piccola iniziò a manifestare i sintomi di una fibrillazione ventricolare. Il cuore aumentò i battiti e poco dopo la bambina ebbe un arresto cardiaco. Morì dopo circa due ore, nonostante i disperati tentativi da parte del personale medico di rianimarla.

Alla base della tragedia, secondo quanto emerso dai risultati dell’autopsia, vi sarebbe stata una reazione allergica scatenata da un farmaco a base di curaro.

Tuttavia, secondo gli esperti, tutto sarebbe stato eseguito secondo i protocolli.

La vicenda aveva portato la Procura a indagare sull’operato di tre anestesisti del nosocomio. A questi si è aggiunto anche il primario del Reparto. L’ipotesi di reato per loro era di omicidio colposo.

Nelle scorse ore, a quasi quattro anni di distanza dal tragico episodio, le posizioni dei medici sono state archiviate. La conclusione dei magistrati è che a uccidere la bambina fu un arresto cardiaco “derivato da un’allergia al farmaco anestetico, utilizzato prima del programmato esame”. Una circostanza, questa, “non prevedibile dagli indagati”.

Il legale della famiglia, secondo quanto riportato dalla stampa locale, avrebbe comunque confermato che i genitori, quantomeno, sarebbero già stati ‘congruamente risarciti’ lo scorso anno.

 

 

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