Unaep denuncia l’assenza di contratto per gli avvocati pubblici e come in questa circostanza i provvedimenti a salvaguardia previsti dall’articolo 23 della legge forense che tratta della “Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense” restino lettera morta.

Nel corso del convegno “Avvocati degli Enti Pubblici. L’art. 23 della legge professionale forense a cinque anni dalla promulgazione”organizzato a Roma dalla Scuola Superiore dell’Avvocatura del Consiglio Nazionale Forense, Unaep è intervenuto in merito alla situazione degli avvocati pubblici.

Secondo il presidente dell’Unaep, Antonella Trentini, per gli avvocati pubblici non valgono i diritti previsti per tutti gli altri avvocati.

Senza un contratto, infatti, i provvedimenti a salvaguardia previsti dall’articolo 23 della legge forense che tratta della “Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense” restano lettera morta.

Come noto, gli avvocati pubblici sono un piccola parte dell’albo. Un albo che vanta oltre 240mila iscritti. Ma per loro non valgono gli stessi diritti degli altri.

“Si tratta di una situazione di grave disparità – ha spiegato la Trentini – che l’art. 23 della legge forense introdotto nel 2012 ha tentato di contrastare introducendo alcuni temi fondamentali come l’autonomia e indipendenza della professione, l’adeguato compenso e la necessità di una stabile costituzione di un’avvocatura civica negli enti pubblici di appartenenza”.

Trentini ha poi ribadito come l’assenza di un contratto di lavoro renda tutto molto complesso per questa categoria.

Proprio in virtù di tale mancanza la disposizione della legge forense rischia di restare lettera morta.

In particolare “se non verrà declinata nella trattativa sul rinnovo dei contratti pubblici in corso” ha aggiunto la presidente.

Da qui l’appello dell’Unaep al Consiglio Nazionale Forense affinché verifichi “le garanzie degli avvocati pubblici”. Ma soprattutto perché intervenga “in difesa di quella che è una categoria che svolge una professione identica a quella dei colleghi del libero foro”.

Anche Andrea Pasqualin, del Consiglio Nazionale Forense, ha sottolineato l’importante ruolo degli avvocati pubblici.

Essi “svolgono la loro professione sotto forma di dipendenti degli Enti Pubblici, contribuendo alla qualità e legalità delle amministrazioni per le quali lavorano”.

Inoltre, per Pasqualin, il presidio che garantisce l’indipendenza, “è l’impermeabilità dalla gestione amministrativa”,

In tal senso ha ribadito l’impegno del Cnf in tal senso, che sarà “attento alla realizzazione in concreto dell’effettiva indipendenza del lavoro dei colleghi”.

 

 

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