Quando si parla di cultura medico legale si parla di quel complesso di conoscenze che rappresenta l’unico ‘intermediario’ tra scienza e diritto

Della cultura medico legale ci si ricorda quando si leggono certe perizie e da queste si può comprendere come la giustizia abbia un serio bisogno dei medici legali di spessore.

E ognuna di queste perizie rappresenta uno stimolo a produrre riflessioni e proporre a tutta la medicina legale di lavorare per il rafforzamento di una immagine della categoria ridotta ai minimi termini.

E questo è un lavoro che deve venire dall’interno della medicina legale stessa, in quanto solo pochi giudici hanno una grande stima di tale categoria e da loro non ne può venire alcuno.

Un consulente del Giudice che fa queste conclusioni:

“…Tenendo conto dei dati della Letteratura, appare congruo postulare e ponendosi in una fase mediana, una ‘perdita di chances’ del 30%, rispetto all’evento-morte, in ordine al danno biologico ‘iure hereditatis’, essendo tra l’altro intercorso un congruo intervallo cronologico tra l’esordio dell’evento letale ed il decesso.

A parte, inoltre, verranno riconosciute le altre componenti di danno non patrimoniale, visto il quadro presentato dovuto alle lesioni accertate, il cui apprezzamento non è di competenza medica . (CC.SS. UU.11.novembre 2008).

A parte, inoltre, verrà riconosciuto il danno non patrimoniale dovuto alla sofferenza conseguente alle lesioni accertate, il cui apprezzamento non è di competenza medica (CC.SS.UU. 11 novembre 2008)…”,

Cosa ha messo in evidenza?

Una cosa sola, ossia che non sa di cosa parla avendo fatto un “fritto misto” di termini giuridici che ha ritenuto di NON competenza medica.

Ma non solo. Cosa manca in questa relazione? La motivazione delle conclusioni. Perché trattasi di perdita di chance e non di mancato raggiungimento di un obiettivo?

In caso di perdita di chance perché è del 30% e non del 40 o del 50%? Il ritardo diagnostico per negligenza perché ha eliso solo una possibilità apprezzabile di sopravvivenza e non la perdita della vita in concreto? Quando è avvenuta verosimilmente la rottura aneurismatica e quando i sintomi prodromici dovevano insospettire i sanitari tanto da fare accertamenti strumentali più approfonditi?

Tutto si risolve in queste semplici riflessioni la cui solidità differenzia un medico legale da un clinico e soprattutto da un polispecialista!

Un consiglio per l’avvocato di parte attrice: non trattare con la controparte per un 30% di perdita di chance e portare avanti la causa con un 702bis e puntare a un risultato pieno, anche se con un rinnovo della ctu, in quanto esistono serie probabilità per ottenerlo il risarcimento integrale.

 

Dr. Carmelo Galipò

(Pres. Accademia della Medicina Legale)

 

Leggi la CTU

 

 

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