Le ‘nuove mode’ dei ragazzi in un’indagine dell’Osservatorio nazionale adolescenza

Like addiction, challenge, nomofobia e vamping. Sono le nuove patologie da iperconessione, rilevate da uno studio condotto su 8.000 ragazzi a partire dagli 11 anni d’età. L’indagine, curata dall’Osservatorio nazionale adolescenza e messa a punto in occasione del Safer Internet Day del 7 febbraio, evidenzia che oltre 3 adolescenti su 10 hanno avuto modo di utilizzare uno smartphone direttamente nella primissima infanzia, con la possibilità anche di accedere liberamente a internet e alle applicazioni presenti nel telefono.
Quanto al tempo impiegato durante la giornata, circa 5 adolescenti su 10 dichiarano di trascorrere da 3 a 6 ore extrascolastiche con lo smartphone in mano, il 16% da 7 a 10 ore, mentre il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore. Il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo sui social network, contro il 77% dei preadolescenti. Il primo è stato aperto in media ai 12 anni e la maggior parte di loro arriva a gestire in parallelo 5-6 profili, insieme a 2-3 app di messaggistica istantanea.
Uno dei dati più allarmanti evidenziati dal report è che il 14% degli adolescenti ha anche un profilo social finto, che risulta quindi non controllabile dai genitori e nel contempo facile preda della rete del grooming (adescamento di minori online). Il minor controllo dei genitori, inoltre, favorisce comportamenti come il sexting, il cyberbullismo e la diffusione di materiale privato in rete.
L’iperconnessione, inoltre, provoca veri e propri effetti patologici. Il ‘vamping’, ossia la moda degli adolescenti di trascorrere numerose ore notturne sui social media, è diventata una vera e propria abitudine.Sei adolescenti su 10 dichiarano di rimanere spesso svegli fino all’alba a chattare, parlare e giocare, rispetto ai 4 su 10 nella fascia dei preadolescenti. Sembra invece essere comune a tutti i ragazzi la tendenza a tenere a portata di mano il telefono quasi tutto il giorno, notte compresa; il 15% si sveglia quasi tutte le notti per leggere le notifiche e i messaggi, evidenziando un’ altra patologia emergente legata all’abuso dello smartphone, ovvero la paura di essere tagliati fuori (Fomo – fear of missing out).
La nomofobia, da no-mobile-phone, è invece la nuova fobia legata all’eccessiva paura/terrore di rimanere senza telefono o senza connessione a internet: quasi 8 adolescenti su 10 temono che si scarichi il cellulare o non prenda quando sono fuori casa e tale condizione nel 46% dei casi genera ansia, rabbia e fastidio.
Gli adolescenti, inoltre, sono alla continua ricerca di approvazione, attraverso like e follower: per circa 5 su 10 è normale condividere tutto quello che si fa, comprese foto personali e private. Per oltre 3 adolescenti su 10 è importante il numero dei like ricevuti, che accrescono l’autostima, la popolarità e quindi la sicurezza personale. Al contrario, il 34% ci rimane molto male e si arrabbia quando non si sente apprezzato.
Uno dei principali strumenti per ottenere like sono i selfie. Il 13% degli intervistati avrebbe addirittura seguito una dieta per piacersi di più negli autoscatti, ma il dato più preoccupante è che circa 1 adolescente su 10 fa selfie pericolosi mettendo anche a repentaglio la propria vita, mentre il 12% è stato sfidato a fare un selfie estremo per dimostrare il proprio coraggio.
Completano il quadro le sfide social, ovvero le catene che nascono sui social network in cui si viene nominati o chiamati a partecipare da altri attraverso un tag e che prevedono in genere di postare un video o un’immagine richiesta per poi nominare altre persone invitandole a fare altrettanto. Circa 2 adolescenti su 10 hanno partecipato a queste ‘challenge’. Il problema è che a volte le sfide rabbiano contenuti pericolosi quali la capacità di bere ingenti quantità di alcol in pochissimo tempo e nei luoghi o posizioni più improbabili.

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