Messa a punto dal Rehab Technologies Lab, il laboratorio congiunto nato nel 2013 dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, Hannes rivoluziona il mondo delle protesi per arti superiori.

È stata presentata oggi a Roma Hannes, un nuovo rivoluzionario modello di mano protesica.

Di derivazione robotica, è stata sviluppata dal Rehab Technologies Lab. Si tratta del laboratorio congiunto nato nel 2013 dalla collaborazione tra l’Inail e l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova.

L’innovativa protesi permetterà di restituire alle persone con amputazione dell’arto superiore quasi il 90% della funzionalità perduta.

Inoltre, potrà contare su una maggiore durata della batteria (quasi una giornata intera) e un costo ridotto di circa il 30% rispetto ai dispositivi oggi in commercio. Il meccanismo alla base del suo funzionamento, permette un notevole movimento delle dita, più forza e una maggiore capacità prensile.

Tutte caratteristiche che derivano dal sistema Dag (Dynamic Adaptive Grasp) che conferisce alla mano la capacità di afferrare gli oggetti adattandosi alla loro forma e di resistere alle eventuali sollecitazioni esterne.

Grazie a queste importanti qualità, Hannes potrebbe davvero costituire uno strumento rivoluzionario per tutti coloro i quali necessitano di una protesi.

Il dispositivo è stato presentato a Roma, in una conferenza stampa cui ha preso parte anche Marco Zambelli, il paziente del Centro protesi Inail di Vigoroso di Budrio che ha perso la mano destra a seguito di un infortunio sul lavoro. Lui, per primo, ha testato la nuova protesi.

Lorenzo de Micheli, responsabile laboratorio Rehab Technologies Itt, intervistato da Adnkronos ha spiegato i vantaggi della mano protesica.

“La mano è attuata da un solo motore che trascina le dita in chiusura in modo molto armonioso attraverso dei cavi”, spiega de Micheli. Questo avviene quasi “mimando quelli che sono i tendini della mano umana”.

Non solo.

“Questo motore viene poi comandato dalla persona – afferma l’esperto – attraverso la contrazione muscolare di alcuni muscoli residui che stanno all’interno dell’invaso a cui è connessa la mano. L’attività di questi muscoli residui, la contrazione, viene raccolta da dei sensori i quali poi comandano in apertura e chiusura la mano attraverso il singolo motore”.

Una tecnologia straordinaria che permetterà ai pazienti di comandare la mano robotica semplicemente pensando ai movimenti naturali. Dunque, senza la necessità di chirurgia invasiva.

Tra le sue caratteristiche, Hannes presenta un pollice orientabile in 3 diverse posizioni e una mobilità notevole. La mano può inoltre spostare oggetti fino a un peso di 15 kg.

Hannes sarà disponibile a partire dal 2019 ed è stata realizzata in 2 taglie e in versione destra e sinistra.

Il nome del dispositivo viene dal professor Hannes Schmidl, già direttore tecnico del Centro protesi Inail di Budrio. È a lui, infatti, che si deve l’avvio dell’attività di ricerca protesica e la prima protesi mioelettrica Inail-Ceca del 1965.

 

 

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