Uno studio britannico rivela l’importanza del counseling tra pazienti affetti dalle medesime malattie mentali: il mutuo aiuto fa diminuire la frequenza dei ricoveri

La pratica del counseling tra pazienti con identica storia di malattie mentali potrebbe essere utile a ridurre la frequenza dei ricoveri.

A dirlo, è uno studio britannico dell’University College di Londra pubblicato su Lancet.

Secondo la ricerca, condotta da Sonia Johnson e colleghi, gli adulti che hanno subito un ricovero per problemi psichiatrici hanno meno probabilità di essere nuovamente ricoverati se ricevono un supporto da altri pazienti che hanno vissuto la medesima esperienza di malattie mentali

La ricerca ha analizzato il comportamento di 441 pazienti per un anno dopo la loro dimissioni ospedaliere.

Le malattie mentali a loro diagnosticate erano schizofrenia, disordine bipolare, psicosi, depressione, ansia, disordine post traumatico da stress e disturbi della personalità.

Tutti i pazienti avevano ricevuto programmi di lavoro personalizzati che dovevano supportarli affinché si prendessero cura di loro stessi.

Metà di loro ha anche ricevuto dieci sessioni di supporto da persone con una storia di malattia mentale alle spalle. Tutti hanno continuato il loro trattamento abituale durante il periodo di studio, inclusi farmaci e psicoterapia.

Inoltre, tutto il campione aveva ricevuto precise indicazioni che riguardava la definizione degli obiettivi personali di recupero.

Oltre a questo, queste concernevano il ripristino del ruolo all’interno della comunità, l’individuazione di segnali d’allarme precoci e la creazione di un piano d’azione per evitare o ritardare le ricadute.

Lo scopo di tali attività era quello di pianificare le strategie per mantenere lo stato di benessere.

A tutti loro è stato richiesto di registrare le proprie osservazioni in ciascuna di queste aree.

L’aspetto interessante di questa ricerca è l’attività di counseling reciproca.

Infatti, ai pazienti del gruppo assegnato al supporto da parte di una persona con una storia di malattia mentale sono state proposte 10 sessioni di un’ora per quattro mesi.

A distanza di un anno dalle loro dimissioni dall’ospedale, chi aveva ricevuto counseling da qualcuno con i medesimi problemi aveva fatto registrare il 34% di probabilità in meno di essere ricoverati rispetto alle persone che non avevano avuto questo tipo di sostegno.

Un risultato eccellente che mette in luce i benefici tangibili dal “mutuo aiuto” tra chi soffre delle medesime malattie mentali in un contesto di counseling.

 

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