Secondo un rapporto al Parlamento su medici e intramoenia, negli ultimi 5 anni c’è stato un calo notevole sia del volume di attività che dei ricavi

Una diminuzione del 4,3% in cinque anni ha caratterizzato il rapporto tra medici e intramoenia, circostanza che pur variando tra le regioni rispecchia il trend generale.
A dirlo è un rapporto al Parlamento sulla libera professione intramuraria, riferito all’anno 2015 e appena pubblicato sul sito del ministero della Salute.
Secondo i dati presentati in media nel Servizio Sanitario Nazionale il 47,8% dei Dirigenti medici, a tempo determinato e a tempo indeterminato con rapporto esclusivo, pari a poco meno di 52mila unità, esercitava la libera professione intramuraria, mentre era il 52,1% nel 2012.
“L’analisi conferma anche quest’anno un’estrema variabilità del fenomeno tra le Regioni – si legge nel rapporto – sia in termini generali di esercizio dell’attività libero professionale intramoenia, sia in termini specifici di tipologia di svolgimento della stessa con punte che superano quota 58% in Valle d’Aosta, Marche, Liguria, Piemonte e Lazio, viceversa, toccano valori minimi in Regioni come la Sardegna (29%), Sicilia (31%), Calabria (33%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (16%). In generale, al di sotto della media nazionale si collocano gran parte delle Regioni meridionali ed insulari”.

Nel rapporto tra medici e intramoenia è evidente come il 78,6% dei Dirigenti medici la eserciti esclusivamente all’interno degli spazi aziendali.

Solo il 12,8% lo fa al di fuori della struttura e l’8,6% sia all’interno che all’esterno.
I medici che esercitano l’intramoenia sono diminuiti, passando da 59.000 nel 2012 a 51.950 nel 2015.
Chi fa intramoenia la fa soprattutto nell’area della specialistica, in crescita rispetto al 2014 (67,4%) e agli anni precedenti.
Per la prima volta, inoltre, il rapporto tra medici e intramoenia ha monitorato il dato su professori e ricercatori universitari.
Questi sono 3.837, il 61% del totale degli universitari che lavorano nelle aziende.

E in merito ai ricavi?

Decisamente in calo. Sono passati, infatti, da 1,3 miliardi del 2010 a 1,1 miliardi nel 2015, con una contrazione dell’11,6%. La spesa procapite per questi servizi è passata da 21 a 18 euro.
I medici che fanno intramoenia hanno guadagnato in media 17.100 euro l’anno.
Ma l’oscillazione, tra regione e regione, è molto ampia. Un esempio? Il guadagno è di 23.705 euro l’anno in Emilia Romagna e di nemmeno 6mila euro in Calabria.
Le prestazioni costano un po’ meno anche ai cittadini. La spesa media scende dai 18,8 euro pro capite del 2014 ai 18,4 euro dell’anno successivo. Ma anche qui ci sono molte differenze a seconda della regione che si esamina.
Infine, il rapporto fa un focus riguardo ai principali adempimenti previsti dalla legge 120/2007 da parte delle regioni.
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto hanno provveduto ad emanare o aggiornare le linee guida regionali.
In 11 Regioni/Province Autonome tutte le Aziende presenti hanno dichiarato di aver attivato l’infrastruttura di rete;
Quanto agli spazi idonei e sufficienti per esercitare la libera professione, in Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Veneto, P.A. Trento e P.A. Bolzano tutte le Aziende li hanno garantiti ai ai dirigenti medici.
Nelle restanti Regioni, si è osservato sia il ricorso all’acquisizione di spazi esterni che all’attivazione del programma sperimentale.
Infine, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria hanno scelto di autorizzare l’attivazione del programma sperimentale con un incremento da 10 nel 2014 a 12 nel 2015.
 
 
 
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