Dalle dimensioni alla presenza di invasione linfovascolare, uno studio Usa ha messo a punto un sistema di punteggio clinico patologico per determinare il rischio di metastasi linfonodali

Le metastasi linfonodali nel cancro gastrico presenterebbero alcuni aspetti clinico-patologici predittori. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Surgery. La ricerca è stata condotta in California dallo Stanford Center Institute, in collaborazione con sette centri accademici che collaborano con il Gastric Cancer statunitense.

I ricercatori hanno cercato di identificare i predittori di metastasi linfonodali in pazienti con carcinoma gastrico T1 e di sviluppare un punteggio di rischio clinico-patologico; un dato che può essere usato prima dell’intervento per determinare il rischio di metastasi linfonodali.

Il lavoro ha preso in considerazione 176 soggetti affetti da tumori gastrici T1; di questi il 21,6% (38) presentava metastasi linfonodali legate al tumore primitivo dopo gastrectomia.

I fattori indipendentemente associati al coinvolgimento dei linfonodi sull’analisi multivariata comprendevano: scarsa differenziazione, dimensioni del tumore superiori a 2 cm, tumore che invadeva la mucosa muscolare (T1b) e presenza di invasione linfovascolare (Lvi).

A ciascuno di tali fattori sono stati attribuiti dei punti (2 per dimensioni del tumore superiore a 2 cm e 3 per gli altri); in tal modo si è giunti allo sviluppo di un punteggio clinico-patologico.

Nei pazienti con punteggi di 0 o 2 punti non era presente nessun coinvolgimento linfonodale. Un punteggio superiore a 3 punti, invece, si è rivelato sensibile al 100% nella rilevazione delle metastasi.

Punteggi incrementalmente maggiori sono stati correlati poi a una maggiore incidenza di metastasi linfonodali; il 77% dei pazienti con il punteggio massimo di 11 punti ha mostrato infatti evidenze di coinvolgimento linfonodale.

Per i ricercatori  la resezione endoscopica potrebbe essere utile in pazienti ad alto rischio con un punteggio basso, per ovviare alla morbilità associata alla gastrectomia. Ciò nonostante la resezione chirurgica rimanga “il gold standard per il cancro gastrico in fase precoce”.

D’altro canto, se sono presenti due o più dei fattori menzionati, il rischio di metastasi linfonodali sembra essere elevato; in tal caso “la resezione endoscopica da sola non sembra essere una strategia di trattamento appropriata oncologicamente”.

Tuttavia per convalidare i risultati della ricerca nei pazienti occidentali con carcinoma gastrico precoce sono necessari ulteriori studi
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