Un adeguato trattamento dei soggetti colpiti dalla sindrome da apnee ostruttive nel sonno (OSA) consentirebbe un risparmio di 15 miliardi di euro

Una patologia molto diffusa e al contempo molto sottovalutata. Si tratta della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSA), una vera e propria epidemia che colpisce un numero di persone simile al diabete. L’OSA è caratterizzata da russamento e frequenti apnee durante il sonno; queste causano una riduzione dei valori di ossigeno nel sangue con problemi cardio-respiratori e alterazione del sonno notturno con conseguente eccessiva sonnolenza.

La sindrome, inoltre, è spesso associata alle principali patologie croniche (obesità, sindrome metabolica e diabete, infarto, ictus, ed insufficienza respiratoria); si tratta delle principali cause di morte nelle società contemporanee. Secondo il rapporto Oms, circa 17 milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno proprio a causa di una epidemia globale di malattie croniche.

Le apnee ostruttive colpiscono soprattutto la popolazione maschile tra i 40 e i 70 anni con una prevalenza variabile dal 15% al 50% della popolazione.

In Italia ne soffrono circa 6 milioni di maschi in età lavorativa. Il dato viene ampiamente confermato in un recentissimo studio durato due anni sulla più ampia popolazione italiana mai studiata per questa patologia (11.000 autotrasportatori italiani maschi). La ricerca è scaturita dalla collaborazione fra COMITATO MIT- Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e DINOGMI – Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili dell’Università degli Studi di Genova.

Da questo lavoro, così come da una recente indagine condotta negli Stati Uniti dall’American Academy of Sleep Medicine, è facilmente intuibile come un soggetto affetto da OSA e adeguatamente trattato costi alla società circa 70% in meno rispetto un soggetto OSA non trattato.

I costi da mancata prevenzione, diagnosi e terapia dell’OSA sono determinati da perdita di produttività (58%); incidenti stradali (17%); infortuni sul lavoro (4%) e non ultimo scarsa qualità della vita benessere e comorbidità (20%). Secondo gli esperti, se in Italia i 5-6 milioni di potenziali pazienti OSA venissero adeguatamente trattati, permetterebbero un risparmio annuo di oltre 15 miliardi di euro; quasi l’equivalente dell’ultima manovra finanziaria.

 

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