Il Programma PD in vista delle prossime elezioni rivendica la stagione di riforme aperta nell’ultima legislatura e propone, tra l’altro, l’aggiornamento del Patto per la salute e una serie di proposte dedicate alla cura delle persone non autosufficienti

Il 2018, quarantesimo anniversario del Servizio sanitario nazionale, rappresenta per il Partito Democratico l’occasione per portare avanti il progetto di riforma del settore sanità avviato nell’ultima legislatura dagli esecutivi a guida democratica. E’ questa la volontà che emerge dal Programma PD per le prossime elezioni politiche di marzo.

Il documento parte, quindi, dalla rivendicazione di quanto fatto negli scorsi mesi. “Rispetto alla stagione dei tagli – si legge nel Programma – con il governo Renzi prima e con quello Gentiloni poi si è tornati a investire in sanità: il Fondo sanitario è passato dai 109 miliardi del 2013 ai 113,4 di oggi; dopo un decennio abbiamo finalmente i nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) per garantire a tutti l’accesso agli stessi servizi; con l’ultima legge di bilancio, si sono allentati i vincoli alle assunzioni di personale ed è stata avviata la stabilizzazione del personale precario”.

Tra i provvedimenti approvati, si ricordano inoltre la legge sulla sicurezza delle cure e la responsabilità professionale del personale sanitario; la riforma della dirigenza sanitaria; la legge sull’obbligatorietà dei vaccini; la riforma delle sperimentazioni cliniche e quella degli Ordini professionali; la legge sul consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento.

Nel solco delle scelte fatte nell’ultimo lustro, il Partito Democratico costruisce la strategia per il futuro, in caso di vittoria alle urne. Tra le priorità indicate nel programma figura l’aggiornamento del Patto per la salute, attraverso il coinvolgimento delle regioni, con l’obiettivo di “prendersi cura delle persone”. A tal fine si sottolinea la necessità di “garantire un progressivo aumento del Fondo sanitario nazionale” e il superamento delle “ingiustificate differenze attualmente esistenti tra regioni”.

Un altro aspetto ritenuto fondamentale dal Partito Democratico è il rafforzamento della prevenzione e della cosiddetta ‘medicina di iniziativa’.

La prevenzione, che gioca un ruolo decisivo su probabilità di sopravvivenza e qualità della vita, deve passare per i democratici attraverso il potenziamento e la riorganizzazione della medicina territoriale. L’obiettivo è la riduzione delle ospedalizzazioni evitabili e quindi l’abbassamento dei costi per il sistema sanitario. In tal senso l’intenzione è quella di investire nell’utilizzo delle nuove tecnologie per un monitoraggio più attento e continuo. Inoltre, si intende costituire un sistema di premialità per le regioni più attive nel promuovere campagne di prevenzione.

Il Programma PD evidenzia poi l’esigenza di un Piano nazionale per la gestione delle liste di attesa, per garantire l’accesso ai servizi in tempi certi e ragionevoli. Un’iniziativa realizzabile “promuovendo a livello nazionale le migliori esperienze messe in campo da alcune regioni”.

La revisione del sistema di governance del farmaco e dei dispositivi medici è un’altra questione ritenuta centrale dai democratici, che ritengono debba essere complessivamente ripensato il sistema dei tetti di spesa. “L’uso di un buon farmaco – si afferma nel documento – può evitare un ricovero”, con minori costi per il sistema e minori disagi per il paziente.

Il Programma, infine, pone l’accento sull’informatizzazione e la digitalizzazione della sanità, con l’obiettivo di favorire la personalizzazione delle cure attraverso l’utilizzo ottimale di telemedicina, fascicolo sanitario elettronico, cartelle cliniche informatizzate, consegna di esami e documentazioni cliniche per via informatica, anagrafi vaccinali.

Un ampio capitolo del programma è dedicato alla cura delle persone non autosufficienti.

Il PD, al proposito, si impegna a costruire una riforma “che dia a tutte le persone non autosufficienti e alle loro famiglie diritti, sostegno economico e certezze”.

Tra le misure si prevede l’aumento dell’indennità di accompagnamento in base ai bisogni effettivi delle persone, fino al raddoppio per i casi più gravi. Si potrà scegliere, inoltre, tra indennità monetaria o budget di cura, vincolato nel suo utilizzo ma di importo più elevato. In tal modo si mira a regolarizzare e certificare il mercato di servizi alla persona e alle famiglie.

Per la realizzazione di tale obiettivo, sarà necessaria la definizione univoca di condizioni e livelli di disabilità e non autosufficienza per l’accesso alle prestazioni. Occorrerà inoltre introdurre sistemi uniformi di valutazione, basati sull’utilizzo di scale omogenee derivati dalla ricerca scientifica e validati dalla pratica internazionale.

Nell’ampio quadro della riforma, si intende utilizzare anche la leva fiscale, “così da tenere nella dovuta considerazione il maggiore costo della vita che le persone non autosufficienti si trovano a dover sostenere”.

Il Programma PD, in conclusione, rimarca la necessità di investire sull’autonomia delle persone con disabilità, soprattutto nel caso delle nuove generazioni. Per il PD serve quindi una politica specifica sui giovani, in grado di consentire un impiego di qualità che accresca la loro indipendenza economica.

In tale ambito si prevede il potenziamento della partecipazione scolastica delle persone con disabilità e la valorizzazione del loro potenziale; la costruzione di una rete di servizi che accompagnino le imprese e le persone disabili nel processo di inserimento lavorativo; un piano di investimenti omogenei su tutto il territorio in tema di inclusione universitaria delle persone con disabilità.

 

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