Responsabile Civile intervista il presidente dell’Associazione Nazionale Medici di Medicina Fiscale che, in attesa della firma definitiva del Governo, presenta le novità del nuovo testo esprimendo, nel complesso, un giudizio positivo 

La Riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Marianna Madia è ormai al traguardo. Sono, infatti, in via di definizione i decreti correttivi, resi necessari dopo la parziale bocciatura dello scorso novembre da parte della Corte Costituzionale.
Il nuovo testo prevede importanti novità sul fronte della medicina fiscale, con una stretta sul fenomeno dell’assenteismo e sopratutto con l’attesa istituzione del Polo Unico Unico che prevede il trasferimento in capo all’Inps della gestione delle visite fiscali sia nel settore pubblico che nel privato.
Per comprendere vantaggi e criticità del provvedimento Responsabile Civile ha sentito il dott. Claudio Palombi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici di Medicina Fiscale.
Dott. Palombi, quali sono i principali vantaggi del Polo Unico della Medicina Fiscale?
Posso rispondere sulla base di quanto abbiamo potuto conoscere dalla stampa e dai mass media, che mai come ora hanno dato grande risonanza a un aspetto evidentemente ritenuto necessario, a causa del fenomeno assenteismo lavorativo per motivi di malattia, i cui controlli sono stati ridotti al lumicino in questi ultimi quattro anni.
Alcuni giornali sono potuti scendere in particolari contenuti nel emanando Decreto Legislativo sul cosiddetto “Polo Unico della medicina fiscale”, che tutti attendiamo.
Penso che i vantaggi possano essere distinti in attesi e immediati. Immediati dovrebbero essere quelli relativi ad una semplificazione e uniformità delle norme che regolano lo stato della malattia nei due comparti del pubblico e privato. Scorgo anche una possibile riduzione dei costi, confluendo tutti i controlli dello stato di malattia dei lavoratori e dunque evitando quello parallelo, effettuato dalle AASSLL per il lavoratore pubblico, senza i risultati auspicati. Una migliore organizzazione di tali attività dovrà necessariamente comportare una riduzione di spesa, anche se le risorse da spendersi non potranno avere una contrazione tale da non garantire un numero di controlli adeguato al numero dei certificati trasmessi all’INPS, ormai unico collettore di tutta la malattia.
Il controllo della certificazione è esteso su tutto il territorio, ogni giorno, prefestivi, festivi e superfestivi compresi, attivabile anche nei fine settimana, così da potersi ritenere continuo e certo.
Si spera poi che abbia concretezza immediata la stabilizzazione dei sanitari preposti a tale efficienza e dunque una risposta alle loro richieste di tipo contrattuale, che non possono più essere disattese.
Un altro beneficio deriva dalla telematizzazione del sistema…
Esattamente, la telematizzazione consente la trasmissione in tempo reale del certificato e la possibilità del controllo da parte dell’Istituto e del datore di lavoro in poche ore, includendo l’esito della visita effettuata dal medico di controllo, che è inserito nella stessa procedura, con tempi rapidissimi, senza più ricorrere alla posta tradizionale, ai fax, al cartaceo. Come può negarsi l’effetto di deterrenza di possibili comportamenti di tipo elusivo?
La riforma prevede maggiori controlli sul fenomeno dell’assenteismo e una maggiore attenzione verso il fenomeno dei ‘furbetti del week end’, anche attraverso il ricorso alla banca dati gestita dall’Inps. In cosa si sostanziano tali misure? 
Proprio la recente telematizzazione dell’intera certificazione di malattia consente di poter monitorare l’andamento dei certificati, con indubbio vantaggio a fini statistici, i cui risultati possono dunque orientare sui costi della malattia e sull’efficacia del controllo, tenendo conto anche della possibilità di poterlo eseguire nella fascia antimeridiana o pomeridiana, compresi i week end, che pare siano prediletti da alcuni abituèe, e le cui assenze causano non pochi problemi al servizio.
Come funzioneranno i controlli?
Il continuo rapportarsi del medico di controllo, per il tramite di un notebook di cui è dotato, permette l’immediatezza della visita e della relativa trasmissione di quanto ha potuto constatare nel controllo effettuato. Il datore di lavoro che ha richiesto la visita a domicilio del paziente, a volte in luoghi impervi, già dopo qualche ora è in grado di conoscere se il suo lavoratore rientrerà al lavoro o se era assente o se persisterà nella sua condizione. Ed una tale efficienza non ci pare poco.
Secondo lei, ci sono allo stato gli strumenti, soprattutto in termini di risorse, necessari per conseguire gli obiettivi della riforma?
Se si vorrà dare efficacia ai controlli si dovrà intervenire anche con risorse adeguate. Si parla di trasferimento di risorse finora destinate dal controllo del pubblico al privato, cioè all’Inps. Nel triennio precedente lo Stato ha finanziato questa voce con circa 70 milioni l’anno solo per il controllo del lavoratore pubblico.
Non sappiamo quanta parte di tale somma verrà destinata al controllo della malattia nel settore pubblico, ma per poter avere i vantaggi prima esposti è evidente che occorre un adeguato finanziamento, per non vanificare gli obiettivi sperati, chiaramente non raggiungibili tenendo fermi quanti dovrebbero essere preposti all’efficacia del servizio. Anche il finanziamento per il comparto privato, per la quota a cui provvede d’ufficio l’Inps, riteniamo che debba essere rivalutato, ritenendo assurdo e deleterio per l’erario limitarsi a percentuali davvero irrisorie, come è stato abbondantemente propagandato in questi anni, da noi in particolare. Nel comparto privato, nell’ultimo triennio, sono stati investiti da Inps solo 14-18 milioni anno, contro gli oltre 50 iniziali, con una riduzione dei controlli di circa il 70%. In altri termini sono stati sottoposti a controllo solo il 2-3 % dei certificati di malattia inviati all’INPS, contro un 15% circa degli anni precedenti e un 20% che lo stesso Istituto si augurava doversi effettuare.
Per la categoria dei medici fiscali quali sono le principali novità della riforma per quanto riguarda la tutela della professione?
La riforma è attesa dai medici fiscali da quasi quattro anni, cioè da quando il provvedimento di riduzione della spesa sostenuta da Inps per questo servizio è stata fortemente ridotta per riferita applicazione della spending review del Governo Monti. Le valutazioni conclusive dell’indagine sul fenomeno della medicina fiscale, condotta nel 2014 dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera, indicava la possibile nascita del cosiddetto “Polo Unico” dei controlli dello stato di malattia dei lavoratori in capo all’INPS, e prevedeva per i medici fiscali la possibilità di una stabilizzazione dopo decenni di precariato. Le problematiche della categoria, l’opportuna terzietà di questa figura sanitaria, la continuità del servizio ultradecennale, sono problematiche ben note al Governo e speriamo sia trovata adeguata soluzione con il provvedimento legislativo in fase di rilascio.
In conclusione, un giudizio complessivo sulla nuova disciplina della medicina fiscale e eventuali nodi ancora da sciogliere?
Speriamo che a giorni si abbia notizia che il provvedimento sia stato firmato dal Governo. Dovremo conoscere bene i sui contenuti prima di esprimere valutazioni del caso. Ora possiamo solo dire che la riforma metterà ordine in questo comparto: un unico Ente gestore, una sola categoria di addetti ai controlli, unica voce di spesa, per un valido e uniforme sistema di ricezione dei certificati di malattia per via telematica e trasmissione con la medesima via dei controlli effettuati. Fondamentale altresì poter monitorare tutto lo standard “malattia” nel settore pubblico e privato ai fini statistici, così da averla sotto controllo in tempo reale, in considerazione delle risorse impegnate e dei risultati ottenuti. Alla redazione del decreto legislativo si spera possa seguire in tempi brevi un successivo ed altrettanto importante rilascio di un DM, che attui nella realtà quanto finora auspicato e non più procrastinabile.

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