Ammontano a circa 45 mila euro i rimborsi indebitamente percepiti da undici farmacisti denunciati per truffa ai danni del Ssn

Quarantacinquemila euro di rimborsi indebitamente percepiti. A tanto ammonta il bottino di 11 farmacisti denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa al Ssn e scoperti dalla Guardia di Finanza di Trento.

La truffa dei rimborsi indebitamente percepiti è stata portata avanti tramite un complesso sistema di frode.

Questo veniva attuato da due farmacie e un dispensario facenti capo a un’unica società intestata ai proprietari delle farmacie.
È quanto ha reso noto la Guardia di Finanza di Trento a conclusione dell’operazione denominata “Caduceo”.
Tale operazione è stata condotta a tutela della correttezza della spesa pubblica in materia sanitaria.
Essa aveva già consentito di segnalare all’Autorità Giudiziaria 13 soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al falso ideologico.
Nel corso delle indagini sui rimborsi indebitamente percepiti si è giunti al “sequestro, per la futura confisca, di 43.739,69 euro, relativi agli indebiti rimborsi percepiti da 11 farmacisti trentini denunciati anch’essi per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al falso ideologico”.

Gli inquirenti hanno reso noto che, attraverso il sistema fraudolento, era possibile richiedere all’ASP rimborsi relativi all’avvenuta consegna a pazienti di farmaci e presidi sanitari in realtà mai consegnati a questi ultimi.

Essi venivano infatti “trattenuti dalla farmacia e venduti in nero a terzi”.
Tra le altre attività vi era anche “utilizzare fustelle e codici a barre recuperati da altre confezioni già vendute ad altri clienti delle farmacie coinvolte”. Non solo.
I farmacisti erano soliti “richiedere a decine di pazienti di rilasciare autorizzazioni in bianco al ritiro dei presidi medici rilasciate dall’Azienda sanitaria, già sottoscritte per accettazione, consegnando poi però agli aventi diritto quantitativi inferiori di presidi medici, chiedendo il rimborso per l’intera quantità a loro spettante”.
La società che gestisce le farmacie e il dispensario è stata intanto segnalata alla Procura della Repubblica di Rovereto.
Sua, infatti, è la responsabilità amministrativa derivante dal reato.
A segnalare le prime anomalie che hanno fatto scattare le indagini è stato il Distretto Centro Sud dell’Apss.
Le indagini sono state condotte anche grazie alla collaborazione dei pazienti il cui nome era stato usato per ottenere i maggiori rimborsi.
 
 
 
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