La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane esprime, in una mozione, alcune proposte di modifica al Decreto ministeriale in fase di emanazione

Valutazione positiva ma con alcune riserve. Questa la posizione espressa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) in relazione al Decreto Interministeriale in via di emanazione, che definisce gli standard dei requisiti minimi e degli indicatori delle Scuole di Specializzazione di area sanitaria.
La CRUI esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal MIUR, dal Ministero della Salute e dall’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica verso il miglioramento continuo della qualità per raggiungere il necessario accreditamento e l’indispensabile certificazione del progetto formativo in termini di credibilità, affidabilità e adeguatezza dell’organizzazione (strutture, docenti, metodologie).
Tuttavia – pur rilevando un’encomiabile volontà di semplificazione delle procedure concorsuali e di miglioramento degli aspetti logistici ed organizzativi dello svolgimento delle prove – la CRUI ritiene che “l’introduzione della graduatoria unica e l’attribuzione di un minore valore ai titoli di carriera limita fortemente l’inclinazione dello specializzando verso la specialità, favorendo fenomeni di trasferimento da una sede ad un’altra, con gravi ripercussioni sulla qualità, sulla durata e sui costi della formazione”.
Di qui, nell’assicurare il massimo impegno da parte delle Università interessate ad attenersi a quanto riportato nella tempistica indicata dal Decreto, vengono avanzate alcune proposte di  modifica al provvedimento. In particolare, si richiede la concessione di un tempo congruo (fino a un massimo di 2 anni) per l’adeguamento delle Scuole di Specializzazione ai livelli minimi di idoneità richiesti dal Decreto in questione, sulla base della presentazione di un piano di adeguamento preparato dall’Ateneo; nelle more di tale adeguamento, occorre pertanto la previsione di un accreditamento provvisorio.
La Conferenza chiede, inoltre, che la piattaforma tecnologica per l’immissione dei dati predisposta dal MIUR risulti aperta per almeno un anno, al fine di consentire alle Università di soddisfare le condizioni richieste e produrre i relativi atti formali di impegno di tutti gli enti coinvolti nella formazione ed inseriti nella Rete Formativa.
Un’ulteriore istanza riguarda l’inserimento, nelle procedure concorsuali, dell’obbligo per il candidato di indicare un numero limitato di opzioni relative alle specialità (fino ad un massimo di tre nella stessa area di scelta).
Infine, la mozione sottolinea la necessità di inserire il divieto per il candidato che accede alla scuola di specializzazione di partecipare al concorso nell’anno immediatamente successivo, ovvero prima di aver maturato l’accesso al terzo anno della scuola alla quale è iscritto; ciò allo scopo di evitare spreco di risorse e discontinuità del processo formativo.
 

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