E’ accaduto a Catania, dove il camice bianco è stato attaccato da cinque uomini a volto coperto. Anaao: occorrono interventi urgenti e incisivi

Si rifiuta di rivelare l’identità di una paziente ricoverata e viene aggredito da cinque uomini. E’ accaduto all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, dove un medico, nel corretto rispetto della normativa sulla privacy, non ha fornito le informazioni richieste relative a una donna che era finita in Pronto soccorso dopo un incidente in motorino; secondo quanto riporta la stampa locale, il sinistro avrebbe coinvolto e danneggiato anche la vettura di un soggetto già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali risalenti agli anni novanta.
L’uomo avrebbe quindi tentato di informarsi sul nominativo della paziente e, a fronte del diniego da parte del camice bianco, sarebbe intervenuto direttamente assieme a quattro complici per picchiarlo. Il tempestivo intervento di una volante che si trovava nei pressi del nosocomio, tuttavia, ha condotto all’individuazione e all’arresto degli assalitori con l’accusa di violenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e lesioni.
La vicenda ha sollevato un coro unanime di condanna e di solidarietà nei confronti del professionista, non solamente da parte di sindacati e associazioni locali. A livello nazionale è intervenuta con una nota anche l’Anaao Assomed che ha voluto denunciare con forza l’inadeguata protezione che , in troppi Pronto Soccorso della Sicilia e di altre parti del meridione, viene garantita al personale medico e sanitario, reo solo di svolgere il proprio lavoro in prima linea a fronte di carenze strutturali che le Regioni continuano a non colmare.
“Il Pronto soccorso in Italia – sottolinea l’Anaao – non è soltanto un malato grave, per le condizioni che ciclicamente, ma non sorprendentemente, lo portano agli onori delle cronache locali e nazionali, ma sta diventando anche un luogo pericoloso. E non solo per la sicurezza delle cure e per ambienti poco consoni a dare accoglienza ai bisogni  di quanti vi si rivolgono, ed alla loro dignità di cittadini. Ma anche per un clima complessivo che pazienti e medici  condividono, sia pure su fronti che si vogliono contrapposti”.
La gravissima aggressione compiuta a Catania testimonia per l’Anaao una deriva inaccettabile. Una violenza inaudita che fa seguito ad una lunga scia di minacce e intimidazioni contro chi mette la faccia davanti ad un disagio crescente e che non può rimanere senza risposta da parte di quanti hanno il dovere istituzionale di proteggere un lavoro svolto in condizioni che peggiorano ogni giorno che passa. “Occorrono interventi urgenti ed incisivi – conclude l’Associazione – anche da parte degli stessi Ministri competenti, della Salute e degli Interni, per garantire la serenità e la sicurezza dovute a chi tutela diritti fondamentali dei cittadini”.

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