Con una nota, la Confederazione sindacale medici e dirigenti denuncia il grave stallo sull’applicazione del cumulo pensionamento. E invita le Istituzioni a intervenire.

Allarme di Cosmed che torna sulla questione della cumulabilità pensionistica. E lo fa diffondendo una nota nella quale richiama l’attenzione del Governo.

L’applicazione del cumulo pensionamento, infatti, è in stallo.

“Il cumulo esteso anche agli iscritti alle casse professionali è una proposta di questa Confederazione – scrive Cosmed – recepita dal Governo nella legge di bilancio emanata nel dicembre 2016″.

Una norma, ricorda la Confederazione, “che non richiedeva decreti attuativi”.

Non solo. Essa “riconosceva un elementare principio di civiltà giuridica ovvero la parità delle contribuzioni e delle attività lavorative svolte ai fini dell’anzianità utile per il pensionamento. L’applicazione del cumulo pensionamento è in stallo”.

Una situazione che costituisce un’inaccettabile battuta d’arresto.

“Dopo dieci mesi Inps emanava una circolare (ottobre 2017) che subordinava ad un accordo Casse-Inps l’applicazione della norma – continua la nota – tale accordo veniva raggiunto su tutto tranne che sulle spese bancarie e applicative quantificate in 65 euro a testa”.

Cosmed sottolinea come, su questo punto, si sia creato uno stop.

“In seguito – prosegue – occorrerà ancora stipulare le convenzioni tra le singole Casse e INPS e rendere operativo il sistema con una piattaforma e fornire istruzioni alla rete periferica di Inps”.

Ma l’aspetto più grave è che “nel frattempo molti professionisti hanno abbandonato il lavoro confidando nell’imminente pensione che continua ad essere non erogata”

Una situazione che vede “nuovi esodati senza stipendio né pensione”.

Per la Confederazione, “si nega così a lavoratori che hanno versato fior di contributi un diritto esigibile a norma di una legge dello Stato, in base alla quale essi hanno optato per un pensionamento che invece si è trasformato in una perdita del lavoro”.

L’ allarme di Cosmed vuole proprio sottolineare questo paradosso.

“Un paradosso – scrive – legato ad una cifra risibile che gli stessi pensionati e pensionandi sarebbero disposti a pagare di tasca propria, con buona pace dei contendenti”.

“A questa proposta si obietta che per far pagare 65 euro all’interessato occorrerebbe una norma legislativa che richiederebbe oltre che un Parlamento ed un Governo insediato tempi tecnici non brevissimi”.

E non è tutto. Cosmed ricorda come il pensionamento venga bloccato in attesa di definire la ripartizione di 65 euro.

“Viene ritenuta impossibile – scrive –  la liquidazione di una pensione provvisoria con 65 euro in meno una tantum da definire successivamente”.

E ricorda come il Presidente Inps abbia affermato che non è giusto scaricare “sulla generalità dei contribuenti l’onere di questi 65 euro in quanto dovuti, almeno in parte dalle Casse”.

“In realtà – conclude la nota – il contenzioso che si sta già determinando e il costo del ritardo nell’applicazione della legge in termini di ingorgo degli uffici produrranno conseguenze umane ed economiche ben maggiori per la generalità dei contribuenti”.

Per la Confederazione, è ormai in gioco “la credibilità e il funzionamento del sistema previdenziale”.

 

 

 

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