Dalla biopsia liquida alle nuove indicazioni terapeutiche per la lotta ai melanomi e alle forme di cancro che colpiscono polmoni e vescica. Prestigiosi riconoscimenti per i nostri giovani ricercatori

E’ in pieno svolgimento Asco 2016, l’appuntamento annuale internazionale più importante incentrato sull’oncologia, in programma a Chicago fino al 7 giugno. Tante le novità provenienti d’oltreoceano, che emergono dai numerosi studi presentati nel corso del meeting.

Partiamo dalla fase diagnostica. Un ampio studio condotto su oltre 15mila pazienti affetti da 50 forme diverse di tumore promuove l’efficacia della “biopsia liquida”, un esame semplice, molto meno invasivo del tradizionale prelievo del tessuto tumorale, attraverso cui è possibile identificare frammenti anomali di dna, che rivelano la presenza del tumore. Basta quindi un prelievo del sangue per rilevare le mutazioni genetiche del tumore e individuare anche la terapia farmacologia più adatta per sconfiggere la malattia.

Buone notizie sul fronte dei melanomi. Un’indagine conferma l’efficacia dell’attività antitumorale di una nuova molecola immuno-oncologica, pembrolizumab, la cui azione si mantiene nel tempo, allungando le prospettive di vita dei malati. Il 55% dei pazienti colpiti da melanoma metastatico o non operabile trattati con pembrolizumab è vivo dopo due anni dall’inizio del trattamento. Si tratta di un netto miglioramento, pari al 27% in più rispetto al 43% raggiunto da ipilimumab, che fino a oggi ha rappresentato lo standard di cura per una malattia che, solo 2015, ha fatto registrare in Italia 11.300 nuove diagnosi.

Anche per quanto riguarda la lotta al cancro al polmone si registrano passi in avanti incoraggianti. Un altro studio presentato a Chicago evidenzia i risultati di un nuovo farmaco a bersaglio molecolare che sbarra la strada al cancro del polmone che colpisce i non fumatori (circa il 10 per cento dei tumori ai polmoni): il farmaco alectinib sarebbe in grado di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia rispetto alla terapia standard già utilizzata. Questa nuova cura ha già ricevuto lo scorso dicembre l’approvazione accelerata dalla Food and Drug Administration (Fda) per il trattamento di pazienti che abbiano avuto una progressione della malattia con la terapia standard a base di crizotinib o siano intolleranti a questo farmaco.

Da Asco 2016 arriva la notizia che Fda statunitense ha concesso l’approvazione accelerata anche al farmaco immunoetrapico atezolizumab che rivoluziona, dopo 30 anni, la vita dei pazienti affetti da tumore alla vescica. Il farmaco è stato autorizzato per il trattamento di pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico con progressione della malattia durante o dopo la chemioterapia a base di platino, o la cui malattia sia peggiorata nei dodici mesi successivi alla chemioterapia a base di platino instaurata sia prima sia successivamente all’intervento chirurgico. Il tumore alla vescica è un tumore frequente; in Italia, ad esempio, rappresenta la terza forma di tumore per prevalenza con circa 27.000 nuovi casi all’anno. Il carcinoma uroteliale, in particolare rappresenta il 90% di tutti i tumori della vescica nonché la nona forma di cancro al mondo per diffusione, con 430.000 nuovi casi diagnosticati nel 2012 e circa 145.000 morti ogni anno.

Da Chicago arriva anche un prestigioso riconoscimento per il nostro Paese. Due giovani ricercatrici italiane, Carlotta Antoniotti e Emanuela Palmerini,  oncologhe under 30, sono tra le premiate con il “Conquer cancer Foundation Merit Award Recipients 2016”.  Antoniotti, 29enne toscana della provincia di Massa Carrara, si occupa di forme tumorali colon-rettali presso il Polo Oncologico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Palmerini, 30enne di Urbino, è specialista in forme oncologiche dell’apparato locomotore e sta coordinando uno studio di fase 3 sulla sinovite pigmentosa, all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Il Merit Award, economicamente supportato dalle più grandi aziende del farmaco oltre che da una serie di fondazioni scientifiche,  è tradizionalmente una piattaforma di lancio per ricercatori di particolare preparazione e intuito verso la ricerca internazionale.

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