Per le sigle sindacali livelli di autonomia e di responsabilità professionale non possono essere sovrapponibili a quelli dei medici specialisti

Le organizzazioni sindacali del settore medico hanno espresso, mediante una lettera dell’Intersindacale indirizzata al Ministro della Salute e al Coordinatore salute delle Regioni, la loro contrarietà al modello di una nuova figura professionale sanitaria da inquadrare come categoria non dirigenziale e da ammettere in soprannumero alle scuole di specializzazione.

Alla base del parere negativo il fatto che “questo meccanismo – si legge nella missiva – richiede, infatti, una non facile declaratoria dei livelli di autonomia e di responsabilità professionale, che non possono essere sovrapponibili a quella dei medici specialisti. Inoltre, modifiche corpose del Dlgs 368/1999, l’integrazione con gli ordinamenti didattici delle scuole di specializzazione e la creazione all’interno del CCNL della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria del SSN per i suddetti medici non specialisti di uno specifico livello retributivo, orario di lavoro e di una peculiare job description. Infine, non è chiaramente esplicitato che tutto questo non ha ricadute negative sulle dotazioni organiche delle strutture del SSN e, conseguentemente, sulle assunzioni di specialisti necessarie a garantire i servizi nel rispetto delle normative e della sicurezza delle cure”.

Le sigle sindacali, inoltre, chiedono al Governo che venga trovata una soluzione per allineare i contratti di formazione al fabbisogno, ma anche di avere risposte sui punti dell’accordo del 9 marzo: rinnovo del contratto, standard di personale, precariato, orario di lavoro.

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