Aveva indignato la vicenda di un uomo non vedente cacciato da un ambulatorio perché in compagnia dell’indispensabile cane guida. Ora il medico chiede scusa

La vicenda – avvenuta a Torino – che ha visto protagonista S.M., non vedente cacciato da un ambulatorio poiché in compagnia del proprio cane guida, Fuego, aveva fatto molto discutere, oltre che indignare.

Adesso, però, quella dottoressa della Asl che lo aveva cacciato da un ambulatorio si scusa a otto mesi di distanza dall’accaduto.

E lo fa con una lettera inviata al paziente, cui è seguita una seconda missiva indirizzata alla moglie, che aveva assistito alla terribile scena nei confronti del marito nell’ambulatorio di via Monginevro. E per ben due volte.

I fatti

Otto mesi fa si era verificato lo spiacevole episodio di cui era stato vittima S.M., uomo non vedente cacciato dallo studio di un’oculista perché la presenza del suo cane guida “non era gradita”. La cacciata era stata prontamente oggetto di una denuncia.

E ora, sebbene con 8 mesi di ritardo, arrivano le scuse.

“Con molto rammarico le porgo le mie sincere scuse, conosco bene la sensibilità speciale dei non vedenti, con e per i quali ho lavorato per 40 anni e per niente al mondo poteva essere nelle mie intenzioni offenderla, ledere la sua dignità”. Inizia così la lettera della dottoressa.

Che prosegue: “non sono riuscita ad approcciarmi nel modo giusto e non ho saputo comprendere le sue esigenze”.

La dottoressa aveva infatti intimato all’uomo di non far entrare il cane.

“In quel momento ho ritenuto che fosse la migliore scelta dal punto di vista igienico”, spiega l’oculista.

L’uomo ha accettato le scuse, ma non il denaro che la dottoressa — a titolo di “risarcimento morale” — gli ha offerto, dopo l’accordo tra gli avvocati che si è concluso con la remissione della querela.

“Ho scelto di destinare il denaro ai giovani alunni non vedenti – ha annunciato la vittima dell’incresciosa vicenda – So bene quanti problemi hanno per mancanza di fondi nelle scuole”.

Infine, l’uomo ammette: “l’unica cosa di cui sono contento di tutta questa storia è che nelle Asl adesso quando arriviamo io e Fuego ci manca soltanto più che ci stendano i tappeti rossi”.

L’avvocato Franco Lepore dell’Unione italiana ciechi che ha difeso l’uomo ha ricordato degli aspetti importanti.

“Desideriamo ribadire ancora una volta che la normativa riguardante i cani guida è molto chiara. In base alla legge n. 37 del 1974, successivamente integrata e modificata dalla legge n. 376 del 1988 e dalla legge n. 60 del 2006, la persona cieca ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi su ogni mezzo di trasporto pubblico e in tutti gli esercizi aperti al pubblico. Chi non rispetta la legge è punibile con una sanzione amministrativa pecuniaria”.

 

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