In Italia possiamo parlare di E-health? Dai ritardi nell’applicazione alla diffidenza di medici e operatori, tutto sembra smentire la svolta digitale.

Qual è il rapporto dei neurologi italiani con la E-health? Ce lo si chiede in vista della prossima Settimana Mondiale del Cervello, la campagna di sensibilizzazione promossa in Italia dalla Società Italiana di Neurologia (Sin) che si terrà dal 12 al 18 marzo prossimi.

Un interrogativo di strettissima attualità che non coinvolge solo il comparto dei neurologi ma l’intera sanità. L’Italia è davvero un paese a welfare 2.0 o siamo ancora lontani dalla sua attuazione?

Il rapporto dei medici con la E-health

I dati preliminari sul rapporto dei neurologi con la tecnologia, emersi dalla “Digital Technology, web e social media al servizio della Neurologia” fotografano uno stato dell’arte critico.

I neurologi utilizzano il pc e i device mobili essenzialmente per informarsi e per mantenere i contatti, poco più della la metà degli intervistati dichiara di utilizzarli per divulgare informazioni.

L’interazione con i pazienti è un punto dolente. La maggioranza degli intervistati non è favorevole all’amicizia con i pazienti sui social (88%) e circa la metà (54%) è sfavorevole a qualunque interazione sul web. Dato in controtendenza rispetto alla realtà dei fatti. Come spiega Gioacchino Tedeschi “Ci sono, ormai, diversi studi in letteratura che dimostrano che, se ben gestiti, i Social Network possono diventare un luogo di corretta informazione scientifica e di contatto reale con i pazienti”.

Una deriva negativa della E-health è l’autodiagnosi dei pazienti. Il 94% dei neurologi dichiara di aver ricevuto pazienti con autodiagnosi fatta consultando internet. A tal proposito il 98% dei neurologi consiglia ai pazienti di consultare siti affidabili e cerca di metterli in guardia da siti non attendibili.

Dati critici ma in linea con l’intero comparto. Come denuncia Tiziana Frittelli presidente Federsanità Anci “i medici consultano dati clinici prevalentemente su carta, spesso portati a mano dai pazienti e questi, salvo poche eccezioni, fanno prenotazioni, pagamenti e ritirano i referti nello stesso modo di 20 anni fa”.

Atteggiamento che non va imputato solo personalmente ma che trova riscontro in una disorganizzazione di fondo. Ad esempio la “Scheda Sanitaria Individuale”, comunemente “Cartella Clinica Elettronica”, è presente nella quasi totalità degli studi di Medicina Generale e dei Pediatri, ma non sono integrati con i sistemi informativi degli ospedali e del territorio, nei quali la diffusione della cartella clinica elettronica è ancora molto ridotta.

Le frontiere della E-health

Gioacchino Tedeschi, Direttore I Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia A.O.U Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli, spiega che “Sono 4 i temi principali dell’e-health applicata alla Neurologia: i social network, le tecnologie assistitive, le APPs e i wearable device”.

In materia di tecnologie assistive l’exergaming svolge un ruolo chiave.  L’approccio riabilitativo, infatti, potrebbe essere ancora più efficace se praticato attraverso videogiochi che implicano attività fisica; l’exergaming sembrerebbe aiutare i pazienti a migliorare alcune capacità motorie e cognitive, anche – sottolinea il professore – se la sua efficacia va ancora ben documentata.

Le APPs sono utili perché tengono sempre in contatto il paziente con la sua equipe curante. Sono di supporto nella gestione quotidiana della terapia e validi strumenti di riabilitazione cognitiva

I wearable devices (ossia i dispositivi connessi indossabili) ultima frontiera dei gadget elettronici possono aiutare i medici durante tutto il percorso diagnostico-terapeutico. La loro caratteristica principale è la tempestività dell’informazione, informano in tempo reale i medici sullo stato di salute dei pazienti, permettendo cure mirate ed immediate.

Un’opportunità da cogliere al più presto

La sanità digitale è un’opportunità per tutto il mondo sanitario e soprattutto per i cittadini. È una delle chiavi fondamentali – sostiene Mariano Corso responsabile Scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano – forse l’unica, per trovare nuovi equilibri che rendano più sostenibile il sistema di cura.

L’E-health può garantire una radicale riorganizzazione del sistema in cui il paziente venga messo davvero al centro. “Applicazioni come la Cartella Clinica Elettronica, il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina, consentono non solo di rendere più efficienti le aziende ospedaliere, ma anche di spostare la cura verso il territorio e fare empowerment sul paziente”.

Il gap di digitalizzazione è pero ancora troppo alto e diventa sempre più difficile garantire l’appropriatezza delle cure e la sostenibilità del sistema sanitario nel mondo attuale in cui l’aspettativa di vita si allunga sempre di più e i bisogni medici accrescono invece di diminuire. È quindi necessario un impegno istituzionale concreto finalizzato alla salvaguardia della salute pubblica.

 

Barbara Zampini

 

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