Innovativa decisione del Tribunale dei minori di Trieste; fino ad ora la possibilità di scegliere era prevista solo per i minori maggiori di 12 anni

Spetterà al bimbo decidere se vivere con la mamma o con il papà. E’ quanto stabilito dal Tribunale dei minori di Trieste a conclusione di un procedimento che vede opposti un padre triestino, che ha in affidamento il figlio di sei anni, e una mamma sudamericana, che tenta di far valere la sentenza del Tribunale del suo Paese in base alla quale in piccolo dovrebbe restare con lei.
La vicenda giudiziaria si era aperta sei anni fa, quando il piccolo aveva pochi mesi. La madre lo aveva portato nel suo Paese di origine, in Sud America, per quella che doveva essere una vacanza. Tuttavia, al termine del periodo pattuito, la donna non aveva riportato il minore in Italia. Il padre si era quindi recato oltreoceano e aveva attivato la convenzione dell’Aja per i minori chiedendo il rientro del bimbo nel Paese di cui aveva la cittadinanza e in cui era nato e vissuto per i primi mesi.
Il Tribunale estero aveva accolto la richiesta del papà disponendo il rientro del figlio in Italia, ma mentre in Sud America la sentenza non era esecutiva la decisione del giudice di secondo grado ha ribaltato la pronuncia in favore della madre. Il padre nel 2013 è riuscito a riportare il figlio in Italia ma a quel punto è stata la madre, giunta anch’essa in nel nostro Paese, a chiede l’applicazione della convenzione internazionale al Tribunale triestino; il giudice tuttavia ha respinto la richiesta sulla base della considerazione che un eventuale rientro in Sud America avrebbe esposto il minore a pregiudizio psicofisico. Ad aprile 2015, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del giudice di secondo grado.
Nei giorni scorsi è giunta la nuova pronuncia del Tribunale; si tratta di una decisione innovativa in quanto fino ad oggi, il nostro ordinamento ha previsto la possibilità di sentire l’opinione del bambino soltanto dopo i 12 anni. Il prossimo passo prevede la nomina di uno psicologo infantile che dovrà valutare se il bambino è in grado razionalizzare la sua scelta. In caso di valutazione positiva sarà il minore a riferire al giudice la sua decisione.
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