Secondo le ultime stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’Italia è in testa alla UE per la infezione da West Nile

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’ infezione da West Nile, in Italia, sarebbe piuttosto diffusa.

Il nostro Paese è infatti in testa nella classifica europea di diffusione dell’ infezione da West Nile, anche se non in quella dei relativi decessi.

Il dato è stato aggiornato al 24 agosto ed è stato reso noto di recente, andando a completare il quadro già tracciato dall’Iss per la sola Italia con dati al 22 agosto.

Tra il 17 e il 23 agosto 2018, gli Stati membri dell’Ue hanno segnalato 136 casi umani di febbre del Nilo occidentale.

In particolare i dati riportano i seguenti numeri riguardanti i contagi dell’ infezione da West Nile: Italia (59), Grecia (31), Romania (25), Ungheria (19) e Francia (2). I paesi confinanti con l’UE hanno riportato 82 casi: Israele (49) e Serbia (33).

Alcuni casi umani sono stati segnalati per la prima volta da due aree della Romania e da un’area in Grecia. Tutti gli altri casi umani sono stati segnalati da aree che sono state colpite durante le precedenti stagioni di trasmissione.

Quanto alla scorsa settimana, sono stati segnalati 19 morti da Grecia (7), Romania (5), Serbia (4) e Italia (3).

Nella stessa settimana, dieci epidemie tra gli equidi sono stati segnalati da Ungheria (6), Grecia (2) e Italia (2).

I dati aggiornati al 23 agosto 2018, in tutti gli Stati membri dell’Ue, hanno riferito 410 casi umani.

E, in particolare: Italia (183), Grecia (106), Ungheria (58), Romania (56), Francia (5) e Croazia (2). I paesi confinanti con l’UE hanno segnalato 210 casi umani: Serbia (159), Israele (49) e Kosovo (2).

Ad oggi, sono stati segnalati in totale 39 decessi dovuti alla febbre del Nilo occidentale da parte di Serbia (15), Grecia (11), Italia (6), Romania (6) e Kosovo (1).

Infine, nel corso della attuale stagione di trasmissione, 64 epidemie tra equidi sono state segnalate da Italia (41), Ungheria (18) e Grecia (5).

 

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