In quali circostanze sussiste colpa grave per i contenuti di un ricorso per Cassazione? Una sentenza ha fatto il punto a riguardo della lite temeraria.

Con la sentenza n. 3376 depositata il 22 febbraio 2016 la Suprema Corte si è espressa sulla lite temeraria specificando quando sussiste colpa grave per i contenuti di un ricorso per Cassazione.

Nello specifico, i giudici sostengono quanto segue.

La totale insostenibilità in punto di diritto degli argomenti spesi nel ricorso per cassazione, a causa della mancanza di argomentazioni tendenti a contrastare la giurisprudenza consolidata, costituisce un indizio idoneo a configurare, ex art. 2727 c.c., la responsabilità prevista dell’art. 385, comma 4, c.p.c. (nella formulazione applicabile ratione temporis), che prevede la condanna, anche d’ufficio, della parte soccombente al pagamento di una somma equitativamente determinata, entro un importo massimo, se si ritenga che il ricorso per cassazione sia stato proposto o allo stesso si sia resistito anche solo con colpa grave.

Ma non è tutto. Nel caso di specie analizzato dai giudici nella pronuncia in oggetto, riguardante la lite temeraria, il ricorrente ha censurato la sentenza d’appello.

Ciò in quanto ne sosteneva l’erroneità per avere privilegiato alcune prove piuttosto che altre.

Ebbene, secondo gli Ermellini tale tipo di censura va a cozzare contro il consolidato e pluridecennale orientamento della Corte.

Un orientamento in base al quale non è consentita in sede di legittimità una valutazione delle prove ulteriore e diversa rispetto a quella compiuta dal giudice di merito.

E non rileva soprattutto che quelle prove potessero essere valutate anche in modo differente rispetto a quanto ritenuto dal giudice di merito.

Pertanto, secondo la Corte, si è in presenza di un ricorso per Cassazione che, da un lato, non tiene conto di un orientamento consolidato da anni.

Dall’altro, prospetta un motivo di ricorso non più consentito dal novellato art. 360 c.p.c., n. 5. Ma non è tutto.

Per gli Ermellini, tale ricorso trascura l’interpretazione che della nuova norma hanno dato le Sezioni Unite della Corte, con decisione depositata alcuni mesi prima rispetto alla proposizione del ricorso in esame, come illustrato nell’analisi su questo argomento realizzata dall’Avv. Maria Teresa De Luca.

 

 

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