Il registro delle opposizioni, cioè l’elenco gestito dalla Fondazione Bordoni in cui ci si può iscrivere per non ricevere telefonate indesiderate, ha subito delle modifiche dopo un decreto del ministero dello Sviluppo economico approvato in via preliminare il 16 marzo scorso.

È stato approvato venerdì 16 marzo in via preliminare dal Consiglio dei ministri, il decreto del ministero dello Sviluppo economico che stabilisce alcune novità sul registro delle opposizioni.

Come noto, infatti, finora il registro – ovvero l’elenco gestito dalla Fondazione Bordoni in cui ci si può iscrivere per non ricevere telefonate indesiderate – era riservato ai numeri di telefono. Adesso, invece, si apre anche agli altri dati presenti negli elenchi telefonici pubblici.

Questo cosa significa per i consumatori?

In buona sostanza, la novità sul registro delle opposizioni è che si estenderà agli indirizzi di casa o d’ufficio (sempre che siano pubblicati negli elenchi telefonici).

Ciò in modo che chi iscrive il proprio recapito sia “immune” dal vedersi recapitati nella propria casella postale messaggi pubblicitari.

Questa però non è la sola novità del registro delle opposizioni.

Il Dpr, infatti, interviene anche sulle modalità di iscrizione al registro delle opposizioni. Eliminati sia il fax che la raccomandata, restano la via del web, del telefono e della mail.

Quanto alla estensione del registro alle caselle postali, la proposta nasce dalla legge sulla concorrenza (la 124 del 2017).

Quest’ultima aveva previsto di dare attuazione all’estensione delle norme sul telemarketing ai messaggi su carta.

Tale principio era stato sancito dal codice della privacy (Dlgs 196/2003). Questo di fatto prevedeva di porre un argine sia alle telefonate commerciali sia alla posta pubblicitaria, proprio tramite l’iscrizione a tale elenco.

Tuttavia, quel principio aveva trovato riscontro solo per le chiamate indesiderate e non per i messaggi promozionali recapitati nelle caselle postali. Una lacuna cui questo recente decreto ha inteso porre rimedio.

Con il provvedimento basterà che l’utente indichi il proprio numero di telefono per estendere la copertura contro i messaggi pubblicitari anche a quelli cartacei.

La proposta, però, dovrà essere sottoposta al vaglio del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari competenti.

A quel punto, tornerà a Palazzo Chigi per l’approvazione definitiva.

 

 

 

 

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