Un primario ginecologo è stato sospeso per due mesi perché svolgeva ore extra per ridurre le liste di attesa. La protesta di Sigo, Aogoi e Augui

Lavorava anche di sabato, svolgendo ore extra per ridurre le liste di attesa un primario ginecologo dell’ospedale di Merate (Lecco). Per questa ragione, è stato sospeso per 2 mesi.
Il primario avrebbe utilizzato le sale operatorie dell’ospedale destinate agli interventi di emergenza-urgenza. E questo, di sabato e fuori dagli orari previsti.
Si tratta di Gregorio del Boca, direttore dell’Uoc di Ostetricia e ginecologia del presidio ospedaliero di Merate. Secondo Sigo, Aogoi e Augui, l’utilizzo delle strutture ospedaliere è avvenuto con il “tacito assenso della direzione dell’ospedale e senza alcun intralcio alle attività di urgenza”.
In una nota congiunta, le tre società scientifiche hanno detto di non condividere il provvedimento disciplinare comminato al ginecologo per aver svolto ore extra per ridurre le liste di attesa.

Nella loro nota, chiedono che l’applicazione della sanzione sia differita all’esito della decisione finale da parte della magistratura del Lavoro.

I termini delle contestazioni a Del Boca sono chiari. “Per accelerare i tempi di attesa a beneficio delle pazienti in lista per interventi minori – quali le isterosuzioni di aborti ritenuti – egli utilizzava di sabato e fuori orario le sale operatorie per gli interventi di emergenza urgenza”.

Per Sigo, Aogoi e Agui la sospensione per due mesi è “una misura eccessiva, fondata sulla semplice violazione di regole aziendali”.

Regole che “non essendo direttamente legate alla necessità di tutelare la salute dei pazienti, appaiono superabili dalla scelta del clinico, che in scienza e coscienza ha ritenuto di dover operare anche al di fuori dei tempi e degli spazi consentiti”.
Un’esigenza condivisibile, per le società scientifiche.
“Soprattutto – affermano – alla luce delle notevoli implicazioni psicologiche legate ai piccoli interventi che del Boca effettuava negli spazi dell’emergenza-urgenza, le quali di certo non suggeriscono di protrarre a lungo le attese delle pazienti”.
“Al di là del merito della vicenda – ha commentato Giovanni Scambia, presidente SIGO – contestiamo la scelta di decapitare una struttura di Ostetricia e ginecologia a ridosso delle ferie natalizie”.
Uno dei periodi “di maggior debolezza per i nostri reparti e per gli ospedali italiani in genere”.
Scambia ha poi aggiunto che questo provvedimento disciplinare rischia di comunicare “un principio demotivante e pericoloso”. Quello secondo cui la burocrazia aziendale prevalga sulle scelte consapevoli dei medici.
“Anche – conclude Scambia – quando queste non confliggono con la tutela della salute e siano anzi improntate a responsabilità e spirito di servizio”.
Laconica la replica del primario. Pena ulteriori provvedimenti disciplinari, ha dichiarato soltanto: “Ho agito esclusivamente nell’interesse delle pazienti e dell’ospedale di Meratw”
 
 
 
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