Il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle in Basilicata spiega a «Responsabile Civile» qual è la situazione nella Regione ora al centro delle polemiche

La politica italiana si concentra ancora sulla questione del petrolio in Basilicata; mentre prosegue l’inchiesta sullo stabilimento Tempa Rossa che ha trascinato nell’occhio del ciclone l’ormai ex ministro Guidi e i vertici del Governo, inclusi Renzi e Boschi, un altro filone dell’inchiesta della Procura di Potenza si concentra sulle attività di smaltimento dei rifiuti del Centro Oli dell’Eni di Viggiano.

Spetta alla magistratura accertare la presunta gestione illecita di rifiuti, ma l’opinione pubblica si sta sempre di più concentrando sul tema della salute e della sicurezza ambientale, mentre lo spettro della Terra dei Fuochi aleggia anche sulle terre lucane, soprattutto dopo l’indagine dell’Ufficio statistica dell’ISS che segnala sul territorio regionale (in particolare in Val d’Agri), un eccesso di mortalità per tumori allo stomaco e per leucemie, che, secondo i medici potrebbe essere frutto di una correlazione con l’esposizione a inquinanti ambientali.

Il Movimento 5 Stelle sulla questione petrolio in Basilicata si è mobilitato fortemente anche in vista del Referendum del 17 aprile, ma già in tempi “non sospetti” aveva denunciato la situazione critica anche, e soprattutto, sotto il profilo della salute regionale.

«Purtroppo la Basilicata è vista come la pattumiera d’Italia da multinazionali e politici che puntano solo al profitto e alla salvaguardia di interessi personalissimi» spiega a Responsabile Civile il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle, Gianni Leggieri. «Sì, rappresentiamo la nuova terra dei fuochi e questo fatto il Movimento lo denuncia in consiglio regionale e nelle piazze da due anni».

Fino ad ora, però, alle azioni politiche messe in atto in Consiglio, il Movimento 5 Stelle si è visto opporre un muro: «Abbiamo presentato nel luglio scorso una mozione per chiedere la istituzione di una commissione di inchiesta perché sospettiamo che in Val d’Agri siano state utilizzate tecniche di estrazione vietate (fraking e utilizzo di uranio impoverito per potenziare le trivelle). La risposta del consiglio regionale di Basilicata è stato un secco “No”. Le compagnie petrolifere non si toccano».

Nessuna risposta neanche alle azioni intentate sul piano sanitario: «Abbiamo chiesto di effettuare screening sanitari sui cittadini che vivono nelle zone a rischio. Ancora una volta Pittella ha fatto finta di niente» spiega Lettieri. «In tutta questa storia la cosa piú assurda è proprio il silenzio di chi dovrebbe farsi sentire. Non una parola dall’assessore all’ambiente Berlinguer e dall’assessore alla salute Franconi. Scandalosi… E Pittella… Preoccupato dell’immagine negativa che sta uscendo della Basilicata piuttosto che dei morti per tumore provocati dalle attività estrattive e dal disastro ambientale che si sta configurando. Una posizione del genere da parte del Presidente della Regione che è anche un medico non è accettabile».

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