Anaao Assomed insieme ad altre organizzazioni sindacali della Dirigenza medica e sanitaria si schiera con i precari della ricerca medica

Si torna a parlare di precari della ricerca medica. L’occasione, questa volta, è stata l’incontro di ieri al ministero della salute tra i sindacati della dirigenza medica e sanitaria e il governo.
Un incontro che ha lasciato l’amaro in bocca ai professionisti interessati. Oltre, naturalmente, a preoccupare per le sorti della ricerca scientifica italiana.

L’Anaao Assomed ha ritenuto inaccettabile la proposta presentata per stabilizzare i precari della ricerca medica.

Professionisti che vantano, al proprio attivo, un consistente capitale formativo e che meritano di lavorare in condizioni dignitose.
Secondo il sindacato è vero che, da un lato, il governo ha riconosciuto i risultati scientifici della ricerca italiana. Tuttavia, ciò avveniva “soprattutto quando si trattava di ricevere un premio assegnato”.
E, come afferma il comunicato diffuso proprio da Anaao Assomed, “la ricerca biomedica italiana viene, così, messa a rischio”.
Questo anche a dispetto della “assegnazione di 35 milioni operata dal recente decreto fiscale a diversi istituti di ricerca”.

Secondo Anaao, le soluzioni pensate dal Ministro per stabilizzare i precari della ricerca medica si sono sgretolate prima ancora di prendere forma.

“Un testo – si legge nel comunicato Anaao Assomed – che, stravolgendo quanto discusso e concordato nei mesi scorsi, vuole inquadrare contrattualmente ricercatori super specializzati nell’area del Comparto, e non della Dirigenza, a dispetto anche dei titoli di studio, negando loro lo stato giuridico consono al patrimonio formativo acquisito, ed il relativo trattamento economico, è stato bocciato senza appello”.
Per Anaao Assomed, infatti, “non è accettabile che una legge di bilancio che presenta un catalogo di bonus” diventi uno “strumento per operazioni ideologiche nascoste dietro le immancabili carenze di coperture”.
Anaao ha inoltre sottolineato come, con questo stato di cose, penalizzi i 3000 medici e dirigenti sanitari addetti alla ricerca biomedica con contratti di lavoro atipici.
Questi professionisti saranno lasciati tra coloro che sono “sospesi in un contenitore di fantasmi invecchiati e mortificati”.
Il comunicato si chiude poi con la richiesta di un intervento, da parte del Presidente del Consiglio e del Parlamento, per salvare la ricerca biomedica italiana.
Un intervento necessario “se si vuole mantenere in vita un settore nevralgico per la sanità italiana”.
 
 
 
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