Il rapporto Zoomafia della LAV, tra maltrattamenti, uccisioni e abbandoni, per reati contro gli animali denuncia un fascicolo aperto ogni 57 minuti

Sono principalmente a carico di ignoti le denunce che vengono effettuate per reati contro gli animali. Il dossier Zoomafia della LAV, arrivato alla diciottesima edizione, descrive un quadro che non è particolarmente incoraggiante. Nel 2016 infatti gli indagati sono aumentati del 13,3 %, a dimostrazione di un fenomeno complesso, che le Procure stanno combattendo ma che comunque rimane in crescita. Tra combattimenti, corse e macellazioni clandestine, pesce di frodo, bracconaggio e contrabbando, il quadro appare a tinte fosche.
Come ha chiarito Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV “Notoriamente i  processi celebrati che arrivano a sentenza  sono poco meno del 30 per cento, e di questi solo la  metà si concludono con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono  puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati”.
Tra i reati contro gli animali, quello che risulta più contestato riguarda il maltrattamento: ben 33,95% sul totale dei procedimenti. Seguono l’uccisione (31,25%) ed i reati venatori,  pari al 17,45%. Sono invece in aumento le denunce per il traffico di cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’Est Europa: nel 2015 e ne 2016 sono stati sequestrati 964 cani e 86 gatti. Per quanto riguarda i combattimenti illegali tra cani, sono stati sequestrati 133 animali con un drammatico aumento del 189% rispetto al 2015 e sono state denunciate 29 persone.
 
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