Precari della scuola senza stipendio da mesi. Più di 30 mila supplenti “brevi” (quelli che prestano servizio da un giorno a qualche settimana) ma anche quelli che sostituiscono insegnanti in maternità, da settembre non percepiscono lo stipendio.

Il Miur ha promesso che i pagamenti avverranno con emissione straordinaria il 12 gennaio 2016 e saranno accreditati il 19 gennaio. E se i tempi non saranno rispettati pronti migliaia di ingiunzioni di pagamento. Martedi 12 gennaio, i precari della scuola si sono dati appuntamento a Viale Trastevere per chiedere ancora una volta contratti definitivi. Al grido di “vergogna Stato italiano” centinaia di insegnanti hanno manifestato contro un sistema scolastico inefficiente e irragionevole.

«E’ una vergogna, siamo precari storici, siamo qui per rivendicare il nostro posto di lavoro che ci spetta di diritto, un diritto umano». Sono le parole accorate della Professoressa Patrizia De Blasio che è dovuta emigrare a Bergamo per poter insegnare. Anni su e giù per l’Italia, spesso per 500 euro al mese. «Non ho mai perso la passione per il mio lavoro, sono un’insegnante e tutte le mattine mi alzo per andare a scuola, la mia è una missione». La Professoressa De Blasio, laureata, abilitata grazie a corsi ed esami, da 11 anni lavora nelle scuole e ancora non ha una cattedra sua.

Questo doveva essere l’anno giusto, invece «ci siamo visti rubare il lavoro da docenti che non hanno mai insegnato e che la mattina bivaccano nei corridoi». Perché nel piano assunzioni previsto dalla “Buona Scuola” di questo governo sono stati inseriti docenti che non hanno mai messo piede in un’aula, probabilmente abilitati vent’anni fa ma senza un giorno di servizio. Oggi questi professori e queste maestre che erano nelle famose liste Gae, sono state assunte a tempo indeterminato. «E’ intollerabile vedersi togliere la cattedra da persone incompetenti che per anni hanno fatto le segretarie e oggi insegnano al posto nostro».

Oltre al danno la beffa. Davanti al Miur c’era chi rivendicava anche il proprio stipendio, da settembre molti tra questi insegnanti non percepiscono un euro. Elena De Meo, maestra di una scuola primaria di Roma e coordinatrice Mida precari ha ricevuto il suo ultimo stipendio a giugno 2015. «Vivo a Roma per lavorare, sono lucana, ho molte spese, non mi pagano da giugno». In pratica, quest’anno il ministero dell’Istruzione ha introdotto una novità: le scuole inseriscono i dati dei contratti stipulati nel sistema informatico centralizzato ed è direttamente il ministero dell’Economia a pagare i supplenti d’istituto. Non sono più le segreterie scolastiche a versare gli stipendi ai lavoratori grazie a un fondo in deposito ma il ministero con un sistema informatico evidentemente inefficiente.

Il risultato è migliaia di lavoratori lasciati senza stipendio. «Per fortuna, i miei genitori mi possono dare una mano. Molte mie colleghe vanno a mangiare alla Caritas, chiedono prestiti alle banche, comunque tutte le mattine siamo in classe a fare il nostro dovere». Tanti al numero verde del Noi.Pa si sono sentiti dire che “i soldi erano finiti“. Una prima tranche di pagamenti è avvenuta poco prima della fine dell’anno. Gli altri insegnanti ancora in attesa minacciano cause al ministero se non si vedranno arrivare il bonifico entro la metà di gennaio.

L’Anief (Associazione sindacale professionale) presente alla manifestazione, minaccia una rivolta di massa a suon di avvocati. La professoressa Chiara Cozzetto presidente Anief Roma ha spiegato: «se i soldi non arriveranno entro il 20 gennaio torneremo alla carica con le ingiunzioni di pagamento, ci auguriamo che il Ministero mantenga la promessa fatta o si tratterà di un ulteriore escamotage per tenerci buoni, ma io mi auguro e credo che così non sarà».

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