La ricerca italiana in campo medico continua a fare passi da gigante. Questa volta si parla di tumori infantili e diagnosi precoce.

Un team di studiosi padovani in collaborazione con il Memorial Sloan Kettering Hospital di New York
ha infatti individuato il gene responsabile del rabdomiosarcoma infantile, tumore molto aggressivo che si manifesta generalmente entro il primo anno di vita.

Studiando a fondo le modalità d’azione del sarcoma in questione i ricercatori padovani hanno scoperto che la patologia risulta sempre riconducibile ad un’alterazione del gene Vgll2 e che, dunque, lo screening della componente cromosomica nei più piccoli consente di giungere ad una diagnosi precoce. La patologia in questione rappresenta infatti il 3,5% delle forme tumorali che colpiscono nei primi anni di vita e fino agli anni 70 provocava un tasso di mortalità del 100%.

Oggi esistono degli approcci farmacologici che consentono di curare il tumore ma le possibilità di guarigione rimangono ancora abbastanza scarse La diagnosi precoce dei tumori infantili, invece, potrebbe evitare il decorso della malattia con conseguente impiego di trattamenti invasivi non adatti a bambini così piccoli come sottolinea il professor Bisogno, uno degli autori dello studio, “non è possibile usare tecniche come la chemioterapia e la radioterapia che alla lunga potrebbero essere tossiche e dannose nei bambini molto piccoli”.

La scoperta in questione apre dunque la strada ad ulteriori ricerche “per la comprensione del meccanismo di sviluppo di queste neoplasie congenite” conclude Bisogno.

Lo studio, condotto dalla professoressa Rita Alaggio del Dipartimento di Medicina e Anatomia patologica, dal professor Gianni Bisogno e da Angelica Zin del Dipartimento di Salute della donna e del bambino dell’Università di Padova è stato pubblicato sulla rivista “American Journal of Surgical Pathology”.

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