Il Codice di comportamento varato dall’Azienda ospedaliera universitaria di Verona mira a instaurare, mantenere e implementare un rapporto di fiducia e collaborazione con i cittadini

I medici in servizio a Verona non potranno più andare al bar indossando il camice bianco. E’ una delle novità contenute nel Codice di comportamento dell’Azienda ospedaliero-universitaria del capoluogo di provincia veneto.

Tra le altre misure figura anche il divieto di accettare regali per un valore superiore ai 150 euro nell’arco dell’anno solare. Non rientrano in tale computo i regali d’uso fatti ai dipendenti attraverso collette tra i colleghi in occasioni di pensionamenti, matrimoni o altri eventi simili

I medici, inoltre, dovranno fare attenzione alla loro condotta sui social network. Il documento, infatti, proibisce di rendere dichiarazioni offensive, non corrette e non veritiere nei confronti dell’Azienda.

Vi è poi una corposa parte relativa alla lotta alla corruzione e ai privilegi. La denuncia di un illecito da parte di un dipendente non può comportare sanzioni, demansionamenti, licenziamenti o trasferimenti. Inoltre, per evitare il rischio mobbing, non si deve creare un ambiente di lavoro intimidatorio, ostile e di isolamento.

E’ vietato poi approfittare della propria posizione per ottenere favori.

In particolare, nello svolgimento della libera professione, il medico non può favorire parenti, coniugi, amici o pazienti propri. Deve invece rispettare le liste d’attesa e le urgenze e non può prendere soldi dagli utenti. Questi non vanno orientati a rivolgersi a strutture private per interesse personale.

L’obiettivo del Codice, sottolinea l’Azienda sanitaria di Verona, è quello di “instaurare, mantenere e implementare un rapporto di fiducia e collaborazione con i cittadini”. A tal fine è necessario che tutto il personale dipendente “si ispiri ai principi di integrità, imparzialità, correttezza, buona fede, obiettività, equità e ragionevolezza, efficacia, efficienza, lealtà e diligenza”.

Per la sezione regionale dell’Anaao Assomed il provvedimento non ha nulla da eccepire.

L’unica assurdità, secondo il segretario regionale Adriano Benazzato è il divieto di andare a prendersi un caffè in tenuta di lavoro. Per il rappresentante sindacale, si tratta infatti di una inutile ingessatura.

La regola, come riporta il Corriere del Veneto, è contenuta nel capitolo “Comportamento in servizio”. L’articolo 11 prevede che durante lo svolgimento delle proprie attività, il dipendente sia tenuto a indossare la divisa fornita dall’Azienda. La divisa, invece, non può essere indossata, per motivi di igiene, al di fuori dell’orario di servizio e dell’ambiente di lavoro.

Il personale sanitario, inoltre, non può accedere con la divisa ai luoghi intramurari diversi da quelli in cui si presta l’assistenza sanitaria. Tra questi vengono citati espressamente la mensa e i punti di ristorazione, gli uffici amministrativi e le attività commerciali ubicate all’interno delle strutture aziendali.

 

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