De Lucia: nodi irrisolti della sanità campana pesano sull’accordo integrativo regionale dei medici di medicina generale
Personale sotto organico per via dei tagli e dei pensionamenti, carenza di posti letto, medici che subiscono aggressioni verbali e fisiche. Sono alcune delle questioni irrisolte che riguardano gran parte della sanità campana.
A denunciarlo la sezione regionale dello SMI (Sindacato Medici Italiani). “Le liste d’attesa – aggiunge il segretario regionale Luigi De Lucia – completano un quadro a tinte fosche e sono l’esempio del disservizio sanitario dove il cittadino campano può attendere mesi prima di essere sottoposto a visite”.
“Alla grande difficoltà della rete ospedaliera campana – sottolinea il rappresentante sindacale – si è arrivati anche per un colpevole indebolimento della rete territoriale della medicina generale (i medici di famiglia, i pediatri , i medici di Continuità Assistenziale)”.
In pratica, si starebbero creando nella Regione le condizioni della messa in discussione dell’assistenza primaria.
Ciò a causa, soprattutto, dei pensionamenti dei medici di MMG. Si prevede, infatti che entro il 2022 saranno in 2000 a lasciare la professione.
“La parte pubblica, la Regione Campania, in vista del rinnovo dell’Accordo Regionale Integrativo ci deve dire, per questo, una volta e per tutte, quale sia la sua idea di organizzazione medica per il nostro territorio e quante risorse finanziarie siano destinate al rinnovo contrattuale. La Regione, secondo De Lucia, ha bisogno dell’assunzione a tempo indeterminato di alcune migliaia di mmg, oltre che di medici specialisti.
Il Sindacato, quindi, propone che, per fare fronte alle tante questioni aperte, s’incominci ad organizzare l’operato del medico di base in un lavoro di equipe, prevedendo una rete integrata di professionisti (Medici di famiglia, Continuità Assistenziale Infermieri, Specialisti Ambulatoriali, e psicologi, assistenti sociali). “In questo modo – conclude De Lucia – si potranno dare le giuste risposte al bisogno di salute del territorio e si contribuirà ad un rapporto corretto con la rete ospedaliera campana”.
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