Per il presidente dell’Inps occorre rivedere le attuali regole in quanto la somma prevista non è sufficiente a coprire le esigenze delle famiglie

Indennità di accompagnamento solamente ai redditi più bassi. Lo ha proposto il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, nel corso di un convegno svoltosi la scorsa settimana presso la Camera dei Deputati. Secondo Boeri la somma attualmente erogata per le indennità di accompagno, pari a 515,43 euro (6.185,16 euro l’anno divisi in dodici mensilità senza tredicesima), non sarebbe sufficiente a coprire le esigenze delle famiglie.
Pertanto, secondo il vertice dell’Istituto previdenziale, occorre rivedere le attuali regole che prevedono l’erogazione dell’indennità a tutti coloro che sono inabili al cento per cento, indipendentemente dal reddito. In particolare sarebbe auspicabile graduare i trasferimenti in base alle capacità reddituali delle famiglie “dando priorità ai redditi più bassi a discapito dei redditi più alti che possono pagare l’assistenza”. Inoltre, per reperire i fondi a favore degli interventi per la non autosufficienza sarebbe opportuno prevedere un contributo a carico sia dei lavoratori che degli stessi pensionati.
Anziché ridurre la contribuzione obbligatoria previdenziale, Boeri si interroga “se non valga la pena di introdurre un contributo obbligatorio e trasparente per la non autosufficienza”. Tale contributo, nel pubblico impiego, è già previsto ed è pari allo 0,35% del salario. La proposta del presidente Inps, sul modello di quanto avviene ad esempio in Germania,  ne prevede l’inserimento direttamente nella contrattazione collettiva, evitando che sia volontario, con estensione obbligatoria anche ai pensionati.
 

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