Tra i beni confiscati, per un valore di 588mila euro, figurano anche due immobili e un’auto di lusso

Coordinava progetti scientifici e svolgeva attività di docenza e consulenza per conto di varie aziende farmaceutiche senza l’autorizzazione del proprio Ente di appartenenza, nello specifico l’IRCCS Istituto Tumori Giovanni XXIII di Bari, cui avrebbe dovuto peraltro riversare le somme percepite come compensi.

I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Bari hanno eseguito un sequestro conservativo nei confronti di un dirigente sanitario, ora in pensione, per un ammontare pari a 588mila euro. Tra i beni confiscati figurano due immobili, situati a Salerno, un’auto di lusso, oltre a numerosi rapporti finanziari e “ogni eventuale credito con l’Inps”. Il sequestro, disposto dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Puglia, su richiesta della Procura regionale della Corte dei Conti di Bari, scaturisce da un’indagine delle fiamme gialle nel settore della spesa sanitaria sulla corretta applicazione delle norme che danno la possibilità ai medici pubblici di svolgere attività intramoenia.

Da approfondimenti delegati dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Francesco Paolo Romanelli, i finanzieri hanno accertato che i compensi del dirigente erano stati ricevuti sostanzialmente direttamente dalle case farmaceutiche, con grave ed evidente conflitto di interesse. All’uomo è stata inoltre notificata una diffida al pagamento della stessa somma, oltre ad interessi e rivalutazione monetaria, insieme ad un invito a dedurre formulato dalla stessa Procura contabile.

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