L’Europa invoca leggi atte a contrastare il fenomeno dei contachilometri manomessi: per la UE, tutti i paesi membri devono riconoscere la pratica come reato

Dare vita a leggi severe per contrastare il fenomeno dei contachilometri manomessi: a chiederlo è proprio l’Unione Europea, che invoca l’istituzione del reato in tutta Europa.

Un vero e proprio monito, quello lanciato dall’Europa, che chiede a tutti i paesi membri di adeguarsi, introducendo nei propri ordinamenti il reato di manomissione del contachilometri. Per prevenire questa pratica è invece necessario rendere obbligatorie le registrazioni delle letture del contachilometri ogni volta che l’auto viene sottoposta a controllo, manutenzione o riparazione.

Spetterà ora alla Commissione Europea il compito di predisporre una legislazione ad hoc.

Inoltre, dovrà monitorare le strategie messe in atto dai produttori per impedire l’alterazione dei dispositivi.

Ma quali sono le richieste dell’Europa?

Prima di tutto, si chiede che la Commissione presenti una proposta di legge per combattere il fenomeno dei contachilometri manomessi. Questa tecnica viene utilizzata nel 30-50% delle vendite di auto usate, a tutto scapito dell’acquirente in buona fede.

Pertanto, in primis occorre rendere più frequenti i controlli. Poi, a partire dalla prima immatricolazione dell’auto, a ogni controllo tecnico, ispezione, manutenzione e riparazione si dovrebbe procedere alla registrazione obbligatoria delle letture del contachilometri.

Ad esempio nei Paesi Bassi e in Belgio, esiste da tempo un sistema di rilevamenti più frequenti rispetto ad altri paesi europei.

Tanto che il fenomeno delle manomissioni del contachilometri è stato quasi interamente debellato.

Un’altra importante misura è quella che riguarda il perseguire penalmente in tutti i paesi Europei chi compie tale azione, visto che solo in alcuni Stati è contemplato come reato. Basti pensare, come dichiarato da Ismail Ertug, che “circa il 5-12% delle auto usate vendute all’interno dei Paesi dell’UE e il 30-50% di quelle vendute oltre confine sono state manomesse”.

In Italia circa il 50% delle vendite di auto usate è rappresentato da autovetture con contachilometri manomesso. Nel Belpaese, infatti, non è previsto l’obbligo di registrare il chilometraggio durante il controllo tecnico periodico.

Tuttavia, dal punto di vista penale i contachilometri manomessi possono configurare due tipi di reato. Quello di truffa (art. 640 c.p) e quello di frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p).

Anche la Cassazione, nella sentenza n. 24017/2018, si è espressa nel merito.

I giudici hanno infatti stabilito “la differenza tra la truffa contrattuale ed il reato di frode in commercio, precisando che la truffa si concretizza quando l’inganno perpetrato nei confronti della parte offesa è stato determinante per la conclusione del contratto, mentre la frode in commercio si perfeziona nel caso di consegna di una cosa diversa da quella dichiarata o pattuita, ma sul presupposto di un vincolo contrattuale costituito liberamente senza il concorso di raggiri o artifici (Sez. 3, n. 40271 del 16/07/2015)”

 

 

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